Come abbattere il rapporto debito pubblico/PIL.
Verrebbe da chiedersi, allora, perché mai Moody’s si stia apprestando a giudicare, in maniera nettamente negativa, il nostro Paese.
► CRESCITA ECONOMICA ITALIANA FERMA SECONDO CONFINDUSTRIA
La risposta è semplice.
Una politica esclusivamente fiscale, per quanto efficace sia, foss’anche una patrimoniale così consistente da ridurre, in un sol colpo, il debito pubblico al 100% del PIL, sarebbe assolutamente inutile nel caso in cui non fosse accompagnata da una reale e concreta crescita economica.
La storia, in questo come in altri casi, la fa da padrona.
Si pensi, per un momento, al periodo compreso tra il 1993 ed il 1998.
Allora, infatti, venne varata una manovra finanziaria dalle dimensioni ciclopiche, affine a quella recentemente approvata con fiducia dal Parlamento, che puntava tutto su una maggiore pressione fiscale.
► DEBITO PUBBLICO ITALIANO 2011
I risultati? Disastrosi. Le famiglie italiane ridussero i consumi addirittura del 3%, le industrie ridussero gli investimenti dal 3% all’1,8% su base annua. Considerando, nel complesso, il periodo preso in esame, gli acquisti degli italiani che fino al 1993 seguivano i trend europei si ridussero di oltre la metà.
A crescere, in maniera spropositata, fu solo la spesa pubblica che, negli ultimi 20 anni, è passata dal 43,2% al 46,7%.
Ciò che conta davvero, infatti, è il rapporto tra debito pubblico e PIL (quello italiano è uno dei più alti a livello europeo) e l’unico modo per abbatterlo è quello di far tornare a crescere l’economia.
Una prospettiva alla quale purtroppo nessuno, guardando all’Italia, crede più.