Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni arriva oggi in visita ufficiale a Washington, una visita tutt’altro che facile con l’enturage di Trump, che non aveva digerito l’esplicito appoggio dell’ex premier Renzi alla rivale candidata Hillary Clinton. Un visita in cui gli USA faranno pesare le loro richieste, come quella di portare la spesa per gli armamenti al 2% del nostro PIL, armamenti naturalmente americani. Gentiloni proverà a mettere sul piatto il problema degli immigrati dal nord Africa, e non è detto che Trump si mostrerà accondiscendente. In fin dei conti, avrebbe potuto incontrare il premier al G7 di Taormina, tra un mese, ed evitare un meeting non prioritario, come lo sono stati quello con il premier cinese, con la May e con la Merkel, solo per citarne alcuni. L’Italia è attualmente un paese debole, più un vassallo che un alleato, e l’incontro Gentiloni-Trump è più una vetrina per il primo, che un’esigenza USA. La figuraccia Renzi nel periodo delle ultime elezioni presidenziali non è stata dimenticata, una vera gaffe che nessun altro paese ha fatto, e probabilmente l’ex premier non avrebbe avuto la possibilità di incontrare il presidente americano.
Ma pur non essendo Renzi, sicuramente Gentiloni dovrà ricordare agli USA, la fedeltà italiana, e mostrare una velata umiliazione, per ottenere l’indulgenza statunitense, e non impegnare direttamente i nostri militari in operazioni pericolose, come richiesto dalla Casa Bianca.