Le numerose inchieste che hanno fatto tremare i vertici del Partito Democratico costituiscono...
Le numerose inchieste che hanno fatto tremare i vertici del Partito Democratico costituiscono per il fedelissimo di Gianfranco Fini un punto di svolta.
“La sinistra”, asserisce Gasparri, “si vantava da tempo della propria diversità morale, che alla prova dei fatti non c’è”.
Il colonnello di Alleanza Nazionale non si dichiara sorpreso da quanto sta avvenendo, ricordando i presunti finanziamenti per il PCI provenienti dall’Unione Sovietica, per i quali secondo Gasparri la sinistra poté godere “dell’immunità ottenuta dalla benevolenza dei magistrati”, che in seguito sarebbero stati “ripagati con posti in Parlamento”.
Gasparri non tradisce la sua soddisfazione per gli esiti della Direzione del PD dello scorso 19 dicembre, in cui il segretario Walter Veltroni ha chiesto e ottenuto la fiducia del parlamentino democratico: “Veltroni sopravvive ancora per spinta inerziale, ma è stato archiviato come leader. Chiedere la fiducia significa che si sta andando verso il baratro”.
L’ex ministro si trova però d’accordo con il collega La Russa, che ha smorzato l’entusiasmo del Presidente del Consiglio che aveva dato per imminente la riforma della Giustizia: anche per Gasparri, infatti, manca ancora un testo scritto su cui confrontarsi.
In ogni caso, egli suggerisce di non accantonare le intercettazioni per i reati minori, come richiesto dal premier, ma perlomeno di ridimensionarne l’uso temporale (“non si possono intercettare le persone per due o tre anni”) e di combattere le presunte deformazioni delle conversazioni intercettate che avverrebbero a mezzo stampa, citando il caso di Italo Bocchino e del non meglio chiarito “sodalizio” con l’imprenditore Romeo.