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Le numerose inchieste che hanno fatto tremare i vertici del Partito Democratico costituiscono per il fedelissimo di Gianfranco Fini un punto di svolta.
Molti collaboratori del Presidente del Consiglio sono infatti convinti che tale legge rischia di andare contro il principio di uguaglianza dettato dalla Carta fondamentale della Repubblica, e la bocciatura del lodo Alfano segnerebbe la ripresa a Milano del cosiddetto “processo Mills” e di quello sui diritti televisivi, entrambi a carico di Silvio Berlusconi e interrotti nei mesi scorsi. Senza contare, inoltre, il rischio dell’abrogazione in seguito al referendum promosso da Antonio Di Pietro.
La maggioranza sembra compatta nel sostenere il progetto su cui sta lavorando da mesi il Guardasigilli Angelino Alfano, fondato sulla separazione delle carriere, sullo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura e, forse, sull’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale.
Al Senato sono state presentate negli ultimi mesi dieci differenti proposte di legge sottoscritte da altrettanti senatori di maggioranza e opposizione. Il relatore sul tema presso la commissione “Igiene e Sanità”, Raffaele Calabrò (PdL), è incaricato di individuare fra le dieci proposte quella che appare come la più condivisa e quindi da impiegare come testo-base per le successive discussioni.
Il senatore segnala come vi sia sopra ogni cosa la volontà unanime di arrivare al più presto ad una legge chiara e definitiva, poiché non è pensabile che in questi casi debba intervenire la magistratura, fornendo per di più volta per volta interpretazioni diverse sul da farsi in mancanza di un testo legislativo cui riferirsi.
In Italia il tema è al centro di polemiche infuocate ormai da molti anni. L’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto alla salute di ogni cittadino, stabilendo contemporaneamente che “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.
A spiegare quello che ne sarà forse il punto centrale è l’uomo di fiducia di Berlusconi nelle questioni legali: l’on. Nicolò Ghedini (PdL), avvocato e parlamentare; e si tratta, come ampiamente annunciato, della separazione delle carriere, tema caro al centrodestra ormai da molti anni e finora mai condotto in porto. Ma, secondo Ghedini, questa sarà la volta buona.