Dopo due anni di cammino in Parlamento, è arrivata all'approvazione la legge per la riforma del processo penale, non senza polemiche.
Dopo due anni di cammino in Parlamento, è arrivata all’approvazione la legge per la riforma del processo penale, non senza polemiche. Tra le principali novità ci sono gli inasprimenti per i reati di rapina e voto di scambio, una stretta alle intercettazioni considerate poco rilevanti, e un allungamento dei termini di prescrizione.
La Camera ha approvato con 320 sì, 149 no, e un astenuto. Favorevole il PD e i centristi, anche se contrastati al loro interno, contrari invece il M5S, Forza Italia, Lega, e Fratelli d’Italia.
Vengono alzate le pene minime per scippo e furto in abitazione fino a 3 anni, mentre per rapina fino a 4 anni. Limitate anche le scarcerazioni dopo la condanna, mentre per il voto di scambio politica-mafia la pena sarà dai 6 ai 12 anni.
L’ostacolo più forte era sulle intercettazioni, dove l’esigenza investigativa doveva incontrare il diritto alla privacy per alcuni aspetti non riguardanti i processi. Le registrazioni non utilizzabili per il processo saranno cancellate in udienze separate.
Poi la legge Cirielli sulla prescrizione, ampiamente modificata per allungare i tempi e non consentire a molti imputati di farla franca per la lentezza della giustizia. Per il reato di corruzione c’è il raddoppio della prescrizione. Infine aumentate le multe per i ricorsi inammissibili, in modo da scoraggiare l’intasamento dei tribunali.