Entro pochi mesi la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità del cosiddetto “ Lodo Alfano "...
Molti collaboratori del Presidente del Consiglio sono infatti convinti che tale legge rischia di andare contro il principio di uguaglianza dettato dalla Carta fondamentale della Repubblica, e la bocciatura del lodo Alfano segnerebbe la ripresa a Milano del cosiddetto “processo Mills” e di quello sui diritti televisivi, entrambi a carico di Silvio Berlusconi e interrotti nei mesi scorsi. Senza contare, inoltre, il rischio dell’abrogazione in seguito al referendum promosso da Antonio Di Pietro.
Secondo le indiscrezioni, lo staff di esperti legali a sostegno del premier e capitanato dall’avvocato Nicolò Ghedini sta progettando una contromossa per allungare a dismisura la durata dei medesimi processi in caso di cancellazione del lodo Alfano.
Si tratterebbe di intervenire sull’articolo 190 del codice di procedura penale, e attuare le necessarie modifiche per consentire alla difesa di convocare senza limiti particolari tutti i testimoni che la stessa ritiene necessari per sostenere le proprie tesi (anche migliaia, se necessario, purchè anche lontanamente pertinenti al processo), nonché procedere all’acquisizione e alla valutazione di qualunque mezzo di prova, anche in questo caso senza particolari limiti e senza che il giudice o la pubblica accusa possano opporsi.
Queste modifiche sarebbero costituzionalmente tutelate, poiché rientrerebbero nell’alveo dell’articolo 111 della Costituzione sul cosiddetto ”giusto processo” e sulla parità fra accusa e difesa.
Se veramente questo progetto dovesse essere condotto in porto, il rischio che paventano alcuni giuristi è la totale paralisi dell’intero sistema penale italiano, poiché queste nuove norme sarebbero facilmente manipolabili dall’avvocato della difesa in qualsiasi processo per allungarne a dismisura la durata.