La direttiva immigrazione di Salvini, la terza del ministro, apre lo scontro istituzionale con il Ministero della Difesa. La nuova direttiva sul contrasto all’immigrazione clandestina porta all’irritazione dei militari, che non hanno mandato giù l’imposizione del ministro dell’Interno che avrebbe sconfinato nella giurisdizione della Difesa.
La situazione
Il Ministero della Difesa aveva già espresso la sua opposizione alla chiusura dei porti italiani, con una dichiarazione della titolare del Dicastero, Trenta.
La terza direttiva vuole bloccare la nave Mare Jonio, di Mediterranrea. L’irritazione dipende dal fatto che sia indirizzata anche allo Stato maggiore della Difesa, e in particolare al capo di Stato maggiore della Difesa e della Marina militare, che dipendono dal ministero della Difesa e non dal Viminale.
Dalla Difesa fanno sapere che si tratta di “Una vera e propria ingerenza senza precedenti nella recente storia della Repubblica. Quel che è accaduto è gravissimo perché viola ogni principio, ogni protocollo e costituisce una forma di pressione impropria nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. Non è che un ministro può alzarsi e ordinare qualcosa a un uomo dello Stato. Queste cose accadono nei regimi, non in democrazia. Noi rispondiamo al ministro della Difesa e al Capo dello Stato, che è il capo Supremo delle Forze armate”. Questa la nota diffusa dall’agenzia stampa Kronos.