Il possibile fallimento del decreto Sviluppo

di Gianni Puglisi Commenta

Il riferimento al possibile fallimento del decreto Sviluppo è relativo ai 40 miliardi che il il Governo Monti avrebbe stanziato a favore delle Grandi Opere e delle Infrastrutture finanziate dai privati cittadini italiani.

Il Wall Street Journal, come da noi riportato nei giorni scorsi, andava affermando, all’indomani dell’approvazione del decreto Sviluppo, che il provvedimento varato dal Ministro dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera, potrebbe aiutare il Paese ad uscire dalla crisi, grazie a misure di crescita e sviluppo economico, solamente nel senso che, almeno teoricamente, sarebbe davvero possibile svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia.

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Purtroppo dello stesso avviso sarebbero anche importanti analisti italiani, quali Roger Abravanel, noto imprenditore e manager italiano, che, intervistato dal Daniele Manca del Corriere della Sera sul delicato argomento avrebbe ribadito, una volta di più, come il provvedimento possa considerarsi una buona base di partenza ma come, in definitiva, non sia andato a toccare i punti nevralgici che una tale rivoluzione avrebbe in realtà dovuto scuotere lasciando la realtà dei fatti nell’attuale stato delle cose.

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Il riferimento al possibile fallimento del decreto Sviluppo, o per lo meno il più evidente motivo di fallimento del provvedimento secondo Roger Abravanel, è relativo ai 40 miliardi che il il Governo Monti avrebbe stanziato a favore delle Grandi Opere e delle Infrastrutture finanziate dai privati cittadini italiani senza, però, stabilire ne come verranno impiegati, ne come verranno distribuiti ne, infine, quale mai potrebbe essere il ritorno economico per un imprenditore che, quei 40 miliardi, decidesse effettivamente di utilizzarli.

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