Tornano gli incentivi per la rottamazione?

di Redazione Commenta

Secondo Berlusconi, i leader europei avrebbero riconosciuto che gli aiuti di Stato, che “fino a ieri erano peccato..

Pochi giorni fa, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato in una conferenza-stampa che i leader europei sono oggi propensi a consentire l’impiego di aiuti di Stato a favore dei settori economici maggiormente colpiti dalla grave crisi di questi mesi.

Secondo Berlusconi, i leader europei avrebbero riconosciuto che gli aiuti di Stato, che “fino a ieri erano peccato”, oggi “sono un imperativo categorico”.


Si è oltretutto dovuto prendere atto che il principale concorrente nel settore industriale delle aziende europee, e cioè gli Stati Uniti, hanno avviato una massiccia campagna di aiuti a favore delle proprie imprese.

L’ipotesi sembra stridere con la consueta linea seguita dal liberista Berlusconi, da sempre convinto avversario dell’intervento statale in economia, ma è lo stesso premier a spiegare che di fronte ad una crisi eccezionale occorrono misure altrettanto eccezionali e comunque provvisorie.

Il pensiero di tutti è subito corso all’industria automobilistica, già sostenuta molte volte in passato dai governi di ogni colore. In effetti, Berlusconi non aveva escluso in un primo momento l’ipotesi di rilanciare un vecchio strumento già rivelatosi efficacissimo negli anni passati, e cioè gli incentivi statali per la rottamazione. La misura sarebbe oltretutto estesa anche all’intero comparto degli elettrodomestici, duramente provato dalla crisi dei consumi e dalle tasche sempre più vuote delle famiglie.


In seguito, tuttavia, il capo dell’esecutivo sembra essere tornato sui suoi passi. L’ipotesi degli incentivi, ha spiegato Berlusconi, era appunto solo un’ipotesi, da vagliare attentamente, anche tenendo conto delle poche risorse disponibili nel bilancio statale per finanziare un’iniziativa di aiuto così imponente.

Il mondo industriale è dunque in ansiosa attesa di conoscere in cosa consisteranno dunque gli aiuti promessi. I ministri competenti, Tremonti e Sacconi, sono al lavoro per valutare tutte le possibilità messe sul tavolo prima di decidere.