Alto Adige, no al piano Gelmini

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La scelta del parlamentino sudtirolese è possibile in quanto quella di Bolzano è una provincia autonoma..

Mentre in Parlamento si fa di giorno in giorno più concreta l’ipotesi del ricorso alla fiducia per l’approvazione del decreto-legge di riforma della scuola voluta dal ministro Mariastella Gelmini, scoppia il caso Alto Adige: il consiglio provinciale di Bolzano, infatti, si è espresso contro la rivoluzione targata riforma Gelmini e ha già annunciato che non intende implementare nessuna parte del contestato decreto.

La scelta del parlamentino sudtirolese è possibile in quanto quella di Bolzano è una provincia autonoma, e gode (insieme a Trento) di poteri di autogestione senza paragoni rispetto a tutte le altre province italiane. E proprio l’organizzazione scolastica è uno degli ambiti in cui l’Alto Adige ha il potere di decidere in assoluta autonomia.

No dunque al maestro unico e mantenimento del team di insegnanti. Ma il “no” più netto arriva sul cinque in condotta che porta dritto alla bocciatura, ossia lo strumento anti-bullismo messo a punto dal ministro dell’Istruzione.


In Alto Adige, spiegano i vertici delle istituzioni locali, il bullismo non è mai stata un’emergenza seria, e gli atti di violenza o vandalismo in ambito scolastico sono rarità assolute: in mancanza dell’emergenza, dunque, non si ravvisa la necessità di adottare strumenti straordinari come il cinque in condotta.

La bocciatura, afferma il presidente provinciale Luis Durnwalder, deve derivare dall’impegno complessivo dello studente in tutte le materie, non solo e non tanto dalla condotta.

La netta posizione di contrasto presa da Bolzano sembra contagiare anche la vicina Trento: il presidente della provincia trentina Lorenzo Dellai si trova d’accordo col collega sudtirolese e sta valutando seriamente ad un’identica presa di posizione ufficiale.