Ora che il decreto-legge si appresta ad affrontare l’esame del Parlamento, si conoscono nel dettaglio i punti..
Se alcuni punti appaiono forse più di forma che di sostanza (dalla reintroduzione dei voti in luogo dei giudizi al rilancio dell’educazione civica, ribattezzata “Cittadinanza e Costituzione”), è su altre e più profonde questioni che si è acceso un dibattito destinato a durare molto a lungo.
Si è parlato molto, ad esempio, della soluzione data al problema del bullismo: nel nostro Paese i casi di bullismo sono infinitamente meno inquietanti di quanto avviene in altre nazioni a partire dagli Stati Uniti, e tuttavia si è registrato un preoccupante incremento di gravi fatti di cronaca in ambito scolastico.
La proposta del ministro è di rilanciare in grande stile un vecchio strumento, il voto in condotta: coloro che si renderanno colpevoli di pesanti atti di bullismo subiranno il 5 in condotta, che condurrà dritti alla bocciatura, indipendentemente dai voti ottenuti nelle materie di studio.
Meno discusso, ma certamente molto apprezzato dalle famiglie, è il punto del decreto che impone ai libri di testo una validità quinquennale.
Eventuali aggiornamenti potranno essere redatti e venduti a parte anno per anno, ma non sarà più ammessa la modifica complessiva del testo con nuove edizioni annuali che spesso non presentano altro che i medesimi contenuti in un formato lievemente differente.
Ma è certo che la discussione più concitata continuerà a svolgersi intorno al ritorno del maestro unico e ai profondi tagli al personale scolastico.