La scuola elementare perde il primato conquistato nel 2006, quando si primeggiava in Europa per la lettura, la matematica e le scienze.
La scuola dell’obbligo, in termini di formazione e rendimento, fino ad ora sfigurava solo per le performance dei ragazzi delle medie e il fiore all’occhiello dell’istruzione italiana erano i bambini delle elementari. Infatti nel 2006 la scuola elementare italiana primeggiava nelle lettura, nella matematica e nelle scienze, secondo lo studio internazionale dell’Iea (international Association for the evaluation of educational achievement).
Ogni cinque anni, lo stesso istituto redige due indagini: il Pirls (progress in international reading literacy study) e il Timss ( trends in international mathematics and science study). Il primo studio attesta le competenze in lettura dei bambini e il secondo invece la loro attitudine alla matematica e alle scienze. Il campione studiato sono i bambini della quarta elementare e della terza media ( a livello internazionale il quarto e l’ottavo anno d’istruzione).
Nei risultati dell’indagine 2011, le difficoltà dei ragazzi delle medie italiani restano tali come certificava anche un’indagine PISA dell’Ocse, quello che più colpisce è il cattivo rendimento dei bambini di quarta elementare che nel 2006 con 551 punti in lettura figuravano al sesto posto nel mondo, dopo Russia, Hong Kong, Canada, Singapore e Lussemburgo (in Europa secondo solo dopo Lussemburgo).
Mentre nel 2011 si piazzano al sedicesimo posto con 541 punti e in Europa vengono superati da Finlandia, Irlanda, Danimarca, Croazia, Inghilterra, Olanda, Repubblica Ceca e Svezia. (il Lussemburgo non ha partecipato)
Non meglio va in matematica dove dal sedicesimo posto del 2006 si scende al ventiquattresimo. Netto è il peggioramento nelle scienze mentre si era quarti nel 2006 oggi si scende ci si attesta ad un mediocre undicesimo posto e nazioni come Germania, Danimarca, Svezia, Olanda e Repubblica Ceca che nel 2006 ci seguivano oggi ci precedono.
Questo forse dovrebbe essere un sintomo di allarme per le cattive condizioni della scuola pubblica e un’analisi di valutazione sull’effettiv0 miglioramento apportato dalla riforma Gelmini/Moratti. Bisognerebbe pensare di più all’importanza della scuola e non considerarla “spesa” ma investimento per il futuro di noi tutti partendo dai bambini.