Il caso Lavitola tra verità e finzione.
La somma di denaro, che la procura sostiene sia stata sottratta al premier da Lavitola per mettere a tacere i Tarantini, in realtà, sarebbe stata anticipata, proprio su richiesta dello stesso Berlusconi, da Lavitola in persona che, per ottenere i 500.000 euro richiesti avrebbe venduto, a Panama, alcuni beni di sua proprietà.
Inoltre, sempre secondo Lavitola, esisterebbe una telefonata, stranamente non registrata negli atti della procura, dalla quale si evincerebbe non soltanto come Lavitola dica la verità, ma come la somma di denaro già restituita da Berlusconi non sia passata attraverso conti esteri.
Sul caso Finmeccanica, poi, Lavitola avrebbe dichiarato di essere totalmente innocente, e di aver lavorato come consulente presso Pozzessere, direttore commerciale del gruppo, e di aver regolarmente percepito 30.000 euro annui che, una volta sfumata la sua candidatura per disinteresse di Silvio Berlusconi, non gli sarebbero più bastati e avrebbe chiesto a Finmeccanica di occuparsi dell’import-export con l’America Latina nonché un aumento di stipendio.
I suoi coinvolgimenti con la massoneria, poi, non avrebbero niente a che vedere con Craxi o con Berlusconi, che avrebbe conosciuto in altre occasioni.