il governo vara la manovra correttiva e il ministro Fornero piange sulla richiesta di sacrifici ai pensionati
toccando la nota più dolente della manovra, ossia quella relativa alle “deindicizzazione” delle pensioni. Si tratta in pratica dell’adeguamento delle pensioni al costo della vita che viene “bloccato” per 2 anni per le pensioni oltre i 936 euro, mentre in extremis il governo ha trovato i fondi necessari, tramite una tassazione aggiuntiva dei capitali rientrati in Italia attraverso lo scudo fiscale, per mantenere integralmente l’adeguamento per quanto riguarda le pensioni minime, quelle di 486 euro “lordi” mensili, e un adeguamento parziale per la fascia intermedia.
Il ministro si è commosso proprio sulla parola “sacrificio” segno più che evidente di comprensione profonda della portata “iniqua” della misura introdotta, e forse del grande stress di questi giorni da parte di chi sa quanto pesa un 2% su chi con la pensione deve magari farsi carico anche dei figli che hanno perso il lavoro.
Il ministro aveva premesso che a fronte di queste misure sulla previdenza, che per altro erano in buona parte già state concordate dal precedente governo con l’Unione Europea, arriveranno ulteriori misure di revisione e “ristrutturazione” del mercato del lavoro, garantendo interventi a tutela dei lavoratori e sul fronte degli ammortizzatori sociali. Interventi che per ovvi motivi non potevano rientrare nell’ambito di una manovra correttiva, ma che arriveranno a breve.