La manovra finanziaria è stata approvata ma non senza problemi.
La decisione di porre la fiducia, sia alla Camera che al Senato, non ha sorpreso nessuno, giacché, in caso contrario, le modifiche alla manovra finanziaria 2011 sarebbero state ancora di più e avrebbero ulteriormente sconvolto il nuovo testo della finanziaria 2011-2014.
Ciò nonostante l’operato del governo è parso annebbiato e la gestione di una tale provvedimento, di fondamentale importanza per la concretezza economico-finanziaria dell’Italia e, probabilmente, dell’intera Europa (vista e considerata la presa di posizione dei Paesi meno entusiasti dell’UE nei confronti della Grecia e di quanti non stiano rispettando i trattati sovranazionali) è stata giudicata in maniera negativa da moltissimi esponenti politici internazionali e locali.
Così, mentre il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi afferma di aver salvato i conti, il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ribadisce come l’Italia, avendo approvato una tale manovra, si sia resa meno credibile della Spagna.
Parole dure, certamente. Ma sappiamo bene come la Marcegaglia, memore della necessità che l’Italia riparta dai fondamentali grazie all’elaborazione di strategie che consistano, essenzialmente, nella creazione di riforme strutturali, mai le abbia mandate a dire ad un governo che, per gli industriali, concreto motore economico del Bel Paese, ha fatto davvero poco.