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Conferenza di fine anno con Letta che affronta i temi più importanti
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Il governo Letta ha ottenuto la fiducia nei due rami del Parlamento e ora punta a un patto per il 2014. La fiducia, resasi necessaria dopo che il Pdl si
L’incontro tra Silvio Berlusconi e i membri del PDL è fissato per oggi alle 17.00, e nelle intenzioni della riunione vi è l’organizzazione del nuovo partito nascente voluto dell’ex premier Berlusconi, la nuova Forza Italia. Il segretario Angelino Alfano però non vuole cedere al volere di Berlusconi, e proprio per questo ha ottenuto di parlare anticipatamente al vertice delle 17.00 con Berlusconi a Palazzo Grazioli, per sottolineare, come aveva già fatto nelle settimane precedenti, che non avrebbe ceduto ad una nuova Forza Italia che va contro in maniera ostile al governo Letta.
Entri il 15 ottobre, l’oramai ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dovrà depositare l’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali; questo il termine ultimo, altrimenti automaticamente l’ex premier dovrà scontare gli arresti domiciliari. Si occuperà di ciò uno dei suoi tanti avvocati, Franco Coppi.
Dopo lo scontro che vi era stato tra le due principali forze del Governo Letta, Pd e Pdl, sull’Imu, la tensione nel governo sale nuovamente per via di quella che è la questione dell’aumento dell’Iva, aumento in programma dal mese di ottobre 2013.
In questi giorni sta diventando effettivo il redditometro di spesa vale a dire il nuovo strumento nelle mani dell’Agenzia delle Entrate per dare la caccia agli evasori fiscali residenti all’interno del nostro Paese. Si tratta di una querelle venuta in cronaca a più riprese su negli ultimi mesi e ripresa ogni volta da quasi tutti gli organi di informazioni. Le ragioni, del resto, sono tante in quanto la rilevanza della lotta all’evasione fiscale è una costante della nostra vita politica ed economica e perché la cronicità dei rapporti degli italiani con il Fisco e di tutte le polemiche ad essa collegata è ormai diventata quasi proverbiale.
Ieri sera è arrivato un nuovo messaggio del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A conti fatti si tratta di un messaggio abbastanza asciutto e che non si presta né alla logica della dietrologia né ad un esercizio di interpretazioni molto spinto o sofisticato perché, una volta ancora, il Capo dello Stato ha espresso il suo pensiero senza troppe lungaggini né giri di parole. Ha espulso il politichese di rito dal proprio eloquio e si è indirizzato verso un registro molto diretto e facile comprensione e veloce attecchimento. Del resto si tratta della prima volta che Napolitano prende la parola in seguito alla conferma della condanna in Cassazione per l’ex premier Silvio Berlusconi (leggi anche: La condanna di Berlusconi).
Il governo sta studiando il nuovo piano casa che cerchi di risollevare le sorti del mercato immobiliare che sta vivendo ormai da anni una continua diminuzione del volume di affari. Senza dubbio le ragioni sono tante e sono riconducibili in larga parte alla crisi economica e alle sue conseguenze che il nostro Paese come tanti altri all’interno dell’Eurozona sta vivendo da lungo tempo ormai. Da qui l’intento del governo di unità nazionale presieduto dal Presidente del Consiglio Enrico Letta di studiare un decreto ad hoc per risollevare le sorti del mercato immobiliare nazionale (leggi anche: La riduzione del debito pubblico).
Da più di 48 ore si parla in quasi tutti le sedi che è possibile immaginare della condanna a Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset. E tutti hanno la propria idea a riguarda, chi per opinione personale, chi per mandato di partito, chi per partigianeria o chi per simpatia o antipatia del tutto personali hanno detto la propria in merito alla condanna dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ebbene, a questo punto, il nostro obiettivo è dolo quello di fornire una dose di chiarezza in più alla congerie di informazioni che la rete sta producendo a tal riguardo. E, per le nostre esigenze di sintesi e di chiarezza, saremmo quanto più scarni possibile.
Nuova giornata di bufera sulla politica italiana, o meglio su alcuni suoi esponenti e sulle loro dichiarazioni disinvolte. Non che sia nostro interesse stigmatizzare o emettere giudizi di valore su determinati argomenti, fatto sta che la censura morale su alcune delle frasi a effetto che hanno fatto il giro degli organi di stampa – e che come sempre accade ultimamente sono travasate nel mondo dei social scatenando l’ira dei più – è nostro diritto. Diciamo che la scorsa due giorni ha dato ampio adito alle polemiche con le frasi a sfondo razzista di Calderoli e con l’uscita di Bondi sull’Ilva di Taranto.
Bufera politica su Roberto Calderoli e in generale sulla Lega Nord in seguito alle esternazioni dell’ex ministro per la Semplificazione e oggi vicepresidente del Senato della Repubblica. Le parole di Calderoli, pesantissime in senso assoluto senza voler noi cedere alla tentazione del giudizio di valore, sono state rivolte al ministro Cécile Kyenge che, di fatto, è stato paragonato ad un orango. Ovvio il riferimento razzista di per sé deprecabile, ma ancor più grave non tanto perché rivolto ad un ministro della Repubblica ma in quanto proveniente dal nostro vicepresidente del Senato.
Il debito pubblico italiano sta crescendo in maniera costante e quasi non ce ne si rende conto. Nel senso che ormai il calcolo del debito pubblico e le notizie ad esso inerenti non rappresentano neanche più motivo di grosso interesse se non per quanto riguarda gli addetti ai lavori o un’analisi specifica dei parametri dell’economia nazionale del nostro Paese. Fatto sta che si tratta di una problematica atavica del nostro Paese cui non sembra esserci ancora una soluzione: la più recente rilevazione in materia di debito pubblico è di fine aprile e segna 2.041,3 miliardi di euro.