In questi giorni sta diventando effettivo il redditometro di spesa vale a dire il nuovo strumento nelle mani dell’Agenzia delle Entrate per dare la caccia agli evasori fiscali residenti all’interno del nostro Paese. Si tratta di una querelle venuta in cronaca a più riprese su negli ultimi mesi e ripresa ogni volta da quasi tutti gli organi di informazioni. Le ragioni, del resto, sono tante in quanto la rilevanza della lotta all’evasione fiscale è una costante della nostra vita politica ed economica e perché la cronicità dei rapporti degli italiani con il Fisco e di tutte le polemiche ad essa collegata è ormai diventata quasi proverbiale.
Le ultime indagini
Le indagini degli uomini della Guardia di Finanza svolte in tutta la penisola hanno portato alla luce un considerevole buco nell’ambito delle casse dell’Erario di Stato proveniente in larghissima parte da redditi nascosti al Fisco in sede di dichiarazione. Le cifre ufficiali parlano di addirittura poco meno di 5 mila evasori (4.933 per la precisione), tra parziali e totali scovati dalle Fiamme Gialle. Si tratta di dichiarazioni dei redditi mendaci o anche assolutamente mancanti che, solo a cavallo dei primi sei mesi di quest’anno, hanno creato un buco che si aggira intorno ai 17,5 miliardi di euro. Nella maggioranza dei casi gli indagati sono imprenditori e liberi di professionisti e per i casi più gravi, vale a dire omessa dichiarazione dei redditi, sono già scattate le denunce (leggi anche: Il piano casa).
I fenomeni collegati
Ovviamente, in maniera intuibile, gli uomini della Guardia di Finanza sono convinti che il lavoro da fare sia ancora lungo. E sono anche persuasi che la lotta all’evasione fiscale sia lo strumento più utile ed efficace da perseguire anche per la lotta ad altre fenomeni tipici del nostro Paese che rappresentano una pesante zavorra per il nostro sviluppo economico nazionale. Prova ne sia che nell’ambito delle indagini degli ultimi giorni sono stati anche riscontrati moltissimi casi di lavoro nero, sfruttamento dell’immigrazione clandestina, omissioni da parte dei datori di lavoro, frodi a carico del sistema previdenziale e industri del falso (leggi anche: Il paradosso della liberalizzazione dell’energia in Italia).