Aiuti per piccole imprese

Il senatore e ministro delle riforme Umberto Bossi in una intervista rilasciata all’uscita da Montecitorio chiede che vengano ascoltate le parole del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che durante una conferenza ha chiesto che il Governo vari un provvedimento per garantire soldi veri alle imprese italiane in grave crisi.

Tremonti daccordo con bossi sulla situazione bancaria

Avevamo delle Casse di Risparmio forti che potevano sostenere tutto il sistema economico bancario che poi è stato tutto distrutto alla fine della DC e del socialismo. Sono queste le parole del senatore Umberto Bossi leader della Lega Nord.

Le casse di risparmio italiane durante gli anni ’80 potevano garantire il credito a tutte le piccole e grandi imprese che hanno reso l’Italia forte. Oggi tutto questo non c’è più e il senatur si dice daccordo con Tremonti sulla possibilità di nazionalizzare le banche a patto che queste possano aiutare le famiglie e le imprese oggi in forte difficoltà.

Tremonti ribatte di essere favorevole a non aiutare tutti quei banchieri che nel passato hanno fallito e che sono la causa, anche se parziale, della crisi che il mondo sta vivendo.

No al sussidio per i dipendenti licenziati

Arriva oggi durante il consiglio dei ministri un no categorico alla proposta lanciata dal partito democratico capitanato da Franceschini con la quale si prevedeva di elargire un assegno in qualità di sussidio per tutte quelle persone, che durante questo periodo di crisi, perdevano il lavoro o erano “obbligate” a presentare la propria lettera dimissioni al datore di lavoro.

Silvio Berlusconi ha subito fatto notare che la crisi che sta subendo il nostro paese non è così nera come la vogliono dipingere i media e che la situazione può migliorare mantenendo, chi può, un atteggiamento ottimista e continuando a spendere.

Obama promette di dimezzare il debito americano

E’ indubbio che il periodo storico scelto da Obama per diventare presidente degli Stati Uniti sia uno dei più difficili di tutta la storia, non solo americana ma mondiale. La crisi economica continua a dilagare e ogni tentativo di arrestare il suo corso sembra essere inutile. I consensi su Obama restano comunque alti, gli americani continuano a credere che il loro nuovo presidente sarà in grado di cambiare radicalmente la situazione, del resto è proprio lui che continua a ribadirlo.

Una delle sue peculiarità, infatti, è una forte fiducia in sè stesso e nelle sue capacità e soprattutto un grande ottimismo verso il futuro, alimentato dalla sua voglia di cambiare l’America e di migliorare la vita dei suoi cittadini.

Assegno postdatato rimane illegale

Nell’ultima finanziaria del governo Berlusconi il ministro dell’economia Giulio Tremonti non ha espresso nessun cambiamento riguardo all’argomento degli assegni postdatati. La finanziaria Prodi aveva modificato leggermente la normativa che regola il flusso degli assegni depenalizzando anche la prassi molto comune degli assegni postdatati. In base al D.P.R. 642/72 gli assegni post datati rimangono illegali, ma non è più un reato penale emettere un assegno da incassare in una data diversa rispetto a quella di emissione.

Come afferma il R.D. del 21 dicembre 1933, n. 1736 l’assegno è pagabile a vista pertanto se una persona si presenta in banca con un assegno trasferibile (coperto) superiore a 5000 euro che mostra una post-data può ricevere il denaro con una sanzione amministrativa fino al 40% dell’importo, la banca deve comunicare l’irregolarità all’Unità di informazione finanziaria o alla Guardia di Finanza entro un mese dalla data dell’operazione, pena fino al 30% dell’importo dell’operazione.

Per fronteggiare la crisi, il governo ricorre alle regioni

In questo periodo di crisi abbiamo visto che anche le imprese italiane stanno subendo gravi danni soprattutto causati dal calo sostanziale dei consumi. Nel 2008 l’Italia ha registrato un raddoppio dei fallimenti soprattutto nell’area napoletana seguita dalla Lombardia.

Da questo dato si evince che a seguito di un fallimento vi è la forte probabilità di licenziamenti che producono inevitabilmente un danno alle casse dello stato che, come sappiamo, elargisce i cosiddetti ammortizzatori sociali.

Nuove regole per i proprietari di cani (terza parte)

Esistono poi altri obblighi che sono fissati da specifiche norme di legge, e che dunque non sono in alcun modo influenzate dal turnover fra il provvedimento Turco e quello Martini. Ricordiamo quali sono le più importanti.

Innanzitutto, nei primi sessanta giorni dalla nascita oppure nei primi trenta dall’accoglimento nel nucleo familiare di un randagio, il cane deve essere identificato. È infatti obbligatorio registrarlo all’Anagrafe canina, presso la ASL competente per territorio, e imporgli un segno di riconoscimento permanente (un microchip sottocutaneo oppure un tatuaggio).

I cani di piccola dimensione possono viaggiare sul treno solo se tenuti in una gabbietta; quelli medio-grandi possono stare al fianco del padrone ma essere dotati di guinzaglio e museruola.

Sconto sui mutui con avvio difficile

Fra le misure del DL 185/2008 (il famoso decreto anti-crisi) più apprezzato dalle famiglie, c’è la norma che stabilisce che per i mutui contratti per l’acquisto della prima casa, per tutto il 2009 l’ammontare degli interessi a carico del cittadino non può superare il 4%. Perciò, se il contratto prevede l’utilizzo di un tasso variabile e le oscillazioni sul mercato finanziario fanno sì che l’aliquota applicata a carico del mutuatario salga oltre la soglia indicata, la quota in eccedenza va a carico del bilancio dello Stato.

Il discorso però vale solo per le abitazioni non di lusso e purché i mutui siano stati stipulati entro il 31 ottobre scorso. Occorre inoltre che al momento della firma del contratto il tasso non fosse superiore al 4%, e dunque che l’incremento si sia verificato solamente in seguito.

Carta acquisti, in arrivo le proroghe

Il Ministero dell’Economia ha annunciato un’attesa proroga in materia di social card: la famosa carta acquisti, che dovrebbe alleviare le difficoltà nei consumi delle famiglie meno abbienti, è stata infatti introdotta nel nostro Paese il primo dicembre, in ritardo di due mesi rispetto alla data originariamente prevista, e questo ha fatto sì che nemmeno la metà dei potenziali beneficiari abbia presentato la richiesta per ottenerla.

La stima del ministero, infatti, ammonta a circa un milione e trecentomila famiglie di potenziali beneficiari, contro le circa quattrocentomila richieste che erano state esaudite fino al 31 dicembre.

Veltroni a tutto campo

In occasione di un incontro pubblico al teatro Strehler di Milano per sostenere la ricandidatura a presidente della provincia di Filippo Penati, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha attaccato su diversi punti l’operato dell’esecutivo di fronte alla difficile crisi che sta vivendo oggi la nostra economia.

L’ex-sindaco di Roma giudica Silvio Berlusconi “inadeguato” a governare questo Paese: mentre infatti si sta abbattendo sull’Italia una profonda crisi “che cambierà la vita di centinaia di migliaia di italiani”, il premier ha preferito “ricevere a Palazzo Chigi le gemelle dell’Isola dei Famosi”, quasi come se fosse “un appuntamento istituzionale inderogabile”.

Dalle parti sociali giudizi altalenanti sul decreto

È tiepido il commento del segretario generale di Confindustria Emma Marcegaglia sul complesso dei provvedimenti varati la settimana scorsa dal Governo col famoso decreto anti-crisi. Secondo l’imprenditrice, la direzione imboccata è certamente quella giusta, ma tuttavia occorreva fare di più e di meglio, soprattutto in chiave strutturale.

La Marcegaglia apprezza le aperture sulla deducibilità dell’IRAP e il potenziamento della detassazione dei premi sulla produttività, ma si aspetta molto di più in altri settori, a partire dall’energia. Per la rappresentante degli industriali, l’Italia dovrebbe accelerare il suo ritorno al nucleare (“Un’opzione voluta ormai da metà degli italiani”), al fine di ridurre la dipendenza dall’estero e i costi complessivi dell’approvvigionamento energetico.

Tetto sugli interessi per la prima casa

Dopo la misura di giugno, che stabiliva un tetto massimo per le rate ad interesse variabile (con conseguente slittamento del pagamento delle eventuali eccedenze a fine mutuo), il Governo ha pensato ad un’altra misura per dare una mano a quei tantissimi italiani che hanno chiesto un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale e sono rimasti strozzati dall’imprevisto oscillare del tasso di riferimento.

E mentre la prima misura aveva una finalità sostanzialmente dilatoria, questa seconda presenta invece risultati ben più pratici: in nessun caso il tasso d’interesse a carico del mutuatario può superare il 4%.