Bonus per le famiglie

Per rilanciare i consumi, il decreto anti-crisi ha previsto un aiuto significativo per le famiglie in condizioni disagiate. In pratica, saranno erogati prevalentemente fra gennaio e febbraio alcuni fondi, totalmente a carico del bilancio dello Stato, di ammontare differenziato a seconda del beneficiario: si va dai 200 euro previsti per il pensionato ultrasessantacinquenne che vive da solo con un reddito annuo inferiore a 15.000 euro, ai 1.000 euro di bonus per la famiglia con reddito annuo inferiore a 35.000 euro e con un componente disabile.

È però necessario aver fruito di redditi di determinate categorie nel 2008 (per esempio, di lavoro dipendente) e non incorrere, allo stesso tempo, in nessuna delle cause di esclusione previste (i titolari di partita IVA, ad esempio, sono esclusi).

Taglio dell’IVA, difficile attuarlo in Italia

Nel Regno Unito si usa fare così. Sarà perché è una monarchia, o forse perché è un Paese che non ha mai amato le novità, ma i sudditi di Sua Maestà potranno godere, in concomitanza con le grandi spese natalizie, di un taglio netto della VAT (l’IVA nostrana) pari a 2,5 punti percentuali, facendo decrescere l’imponibile fino al minimo consentito dall’UE, ovvero al 15%.
Il Tremonti anglosassone, tale Alistair Darling, presenterà quest’oggi il suo piano fiscale nel corso del G-20 che si sta ora tenendo a Washington.

Ma come può uno Stato privarsi di così tanti introiti in questo momento di crisi acuta?
La risposta è semplice, e può apparire anche banale: le Sterline non incassate tramite VAT, verranno riscosse con l’innalzamento delle aliquote fino al 40-45% rispetto a quelle attuali, per tutti quei cittadini il cui reddito superi le 150mila Sterline annue, pari a 176mila Euro.

Tremonti pensa alle prossime mosse

Il 21 novembre prossimo sarà una data da segnare sul calendario. È in quel giorno, infatti, che si riunirà il CIPE (il comitato interministeriale che riunisce i titolari dei dicasteri economici), nel quale Tremonti e i suoi colleghi elaboreranno le nuove strategie per ridare fiato alla nostra asfittica economia.

Sembra ormai certo che una delle misure che circolavano nei giorni scorsi sia da escludere: si tratta della detassazione delle tredicesime, che consentirebbe agli italiani un minimo di respiro in un periodo così critico; ma sfortunatamente appare una misura troppo costosa per le casse dell’Erario, e dunque è un’ipotesi già accantonata.
È invece probabile la riduzione degli acconti di novembre di tre o quattro punti percentuali: la misura (di entità pari a due miliardi) avrebbe solo un valore temporaneo, in quanto com’è ovvio pagare meno imposte in acconto oggi significherà pagarne di più a saldo domani. Però per le famiglie e le imprese sarebbe comunque cosa gradita, con tutta probabilità.

Piano Sacconi per il rilancio

In un momento di forte crisi economica globale come quello attuale, si moltiplicano gli sforzi di chi cerca di trovare il bandolo della matassa per ridare fiato alla nostra economia in difficoltà crescente. Di fronte ai consumi a picco, alla produzione in recessione tecnica ormai acclarata e alle borse in continua altalena, anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha cercato di indicare una strada per il rilancio del Paese, passando attraverso cinque strade complementari di grande importanza.

Innanzitutto, suggerisce Sacconi, occorre rafforzare la partnership internazionale per individuare soluzioni condivise dalle altre potenze economiche del pianeta. In questo senso, le dichiarazioni di principio del recente G20 a Washington sono di grande rilievo. In secondo luogo, è necessario operare per garantire la stabilità dei mercati finanziari e dei soggetti che vi operano, in un sistema di regole e di trasparenza. È poi indispensabile ridare ossigeno alle nostre imprese, garantendogli il ricorso alla liquidità in un periodo come questo in cui le banche sono estremamente restie a concedere prestiti.

McCain tradito dai repubblicani

La solidarietà dei repubblicani nei confronti di Mc.Cain non appare più così certa dal momento che molti di loro hanno manifestato una presa di posizione nei confronti di Obama.

L’utimo di questi è stato Charles Mathias, ex senatore del Maryland, a cui si aggiungono poi l’ex segretario di Stato Colin Powell e l’ex governatore del Massachusetts William Weld.

Proposte del PD contro la crisi

Una critica frequentemente rivolta all’opposizione di turno nel nostro Paese, e adesso tocca al centrosinistra, è quello di limitarsi a criticare quando non a bocciare del tutto le iniziative della maggioranza senza offrire soluzioni alternative.

A questa contestazione risponde il governo-ombra del Partito Democratico, con la presentazione di un pacchetto di proposte coordinate da Pierluigi Bersani, tutte centrate sull’argomento dell’attuale fase di recessione economica.

Il pacchetto è stato presentato in una conferenza-stampa dallo stesso Bersani e dal segretario Walter Veltroni, e sarà inoltrato prossimamente ai colleghi della maggioranza nei prossimi giorni per una loro valutazione.

La delusione dei conti dormienti

Doccia fredda davvero inaspettata e dolorosa, quella che sembra sul punto di abbattersi sul ministero dell’Economia e sul suo titolare Giulio Tremonti.

Entro il 16 dicembre prossimo, infatti, dovrebbero affluire nelle casse del ministero le risorse provenienti dai famigerati conti dormienti, ossia tutti quei depositi a risparmio e quei conti correnti bancari e postali non movimentati in alcun modo dai legittimi titolari negli ultimi dieci anni.

Le previsioni fatte a suo tempo dal ministero parlavano di cifre da capogiro, che si aggiravano ai dieci miliardi di euro.

Nuove misure contro la crisi finanziaria

Dopo le prime iniziative risalenti alla scorsa settimana, il Governo ha emanato un nuovo decreto-legge per apportare nuove e urgenti soluzioni alla crisi delle banche nel nostro Paese.

L’iniziativa è stata concordata nel vertice di Parigi di alcuni giorni fa (il secondo nel giro di una settimana) che ha visto riuniti i leader dei quindici Paesi europei aderenti all’euro. Le iniziative messe in campo, comunque, sono state concordate anche con i rappresentanti istituzionali anche degli altri paesi europei e degli Stati Uniti, come ribadito appena lunedì 13 a Washington nell’incontro fra il nostro premier Silvio Berlusconi e il presidente americano George W. Bush.