Si parla da qualche giorno di nuovo redditometro. In maniera intuibile, non si tratta della notizia più letta non per disinteresse, anzi le questioni di natura fiscale sono quasi sempre al primo posto nelle preferenze dei lettori, quanto piuttosto si è troppo distratti dall’avvicinarsi delle scadenze elettorali e dalle proposte più appassionanti della campagna elettorale (leggi: Monti al Quirinale?). Ma, a conti fatti, c’è una grossa novità in tema di redditometro.
Un redditometro depotenziato
La novità più recente in materia di redditometro consiste, nei fatti, in un’inversione di tendenza. Nelle ultime settimane e mesi, infatti , il redditometro era balzato agli onori della cronaca in quanto nuovo strumento in possesso dell’Agenzia delle entrate in grado di smascherare gli evasori, totali e anche parziali. Di qui il plauso dei più (leggi anche: Bruxelles: bene la crescita italiana), ma anche qualche critica nei confronti di uno strumento nelle mani del Fisco estremamente aggressivo e, per qualcuno, lesivo del rispetto della privacy. Del resto lo strumento del redditometro attestava fattori anche come la spesa per la pay tv o l’iscrizione in palestra. Il nuovo redditometro è adesso molto più soft.
Le nuove regole del redditometro
Il nuovo redditometro agisce mediante un accertamento assai più sintetico rispetto al precedente: l’indagine poggia sull’esame delle spese sostenute dal contribuente in base ai dati in possesso dell’Anagrafe tributaria (fatture, pagamenti on line); degli investimenti patrimoniali (immobili, auto, azioni); delle spese medie Istat calcolate per la zona di residenza e le caratteristiche del nucleo familiare. La novità più importante consiste proprio nel calcolo delle spese Istat: significa che il terzo punto in esame entrerà in gioco solo in fase di (eventuale) contraddittorio dinanzi all’Agenzia delle Entrate. Significa che entreranno n gioco effettivamente solo per quei contribuenti chiamati a spiegare evidenti discrasie tra stile di vita, spesomentro e dichiarazione dei redditi. Inoltre nel nuovo redditometro non verranno considerati i risparmi tenuti in banca da parte del contribuente per gli anni 2009 e 2010 (come nella prima versione del redditometro). In altre parole ciò significa che l’Agenzia delle Entrate può calcolare quanti conti correnti sono intestati ad un contribuente sospetto, ma non è in grado di giungere al saldo in banca per gli anni 2009 e 2010. Le informazioni bancarie più dettagliate saranno ricavabili dall’Agenzia delle Entrate solo a partire dal 2011.