L’ultimo provvedimento degno di nota del nuovo governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta è arrivato nella giornata di ieri e riguarda le principali questioni economiche. Si tratta, nella fattispecie, del decreto sull’Imu e sul finanziamento della cassa integrazione che è stato firmato per l’appunto nella giornata di ieri da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Non si tratta però di un provvedimento in grado di disciplinare la questione interamente in quanto la riforma sulle tasse per la casa è rinviata al mese di agosto.
Il decreto sull’Imu e la cassa integrazione
Il decreto sull’Imu e sul finanziamento della cassa integrazione serve in primo luogo ad andare incontro alle richieste di parte del governo di ampia coalizione, e, in questa occasione il nostro pensiero corre alle richieste del Popolo della Libertà, e anche ad accettare, anche se solo in misura parziale allo stato delle cose, i richiami del sindacato e delle parti sociali per quanto riguarda la questione disoccupazione e cassa integrazione. Fatto sta che, messa una prima pietra nell’ambito dell’impalcatura economica che tanto sta a cuore al governo Letta, ecco spuntare, o meglio, ecco avvicinarsi un altro problema sempre di natura economica e fiscale che al momento appare di risoluzione ancor più difficile: la questione dell’Iva (leggi anche: L’industria in Italia).
L’aumento dell’Iva e le sue conseguenze
La scadenza in merito alla questione dell’Iva è ormai abbastanza vicina, non imminente, ma comunque non così lontana da poter essere procrastinata. La data da tener presente è infatti quella del prossimo primo luglio quando l’aliquota Iva aumenterà di un punto percentuale, passando così dal 21 al 22% come prescritto dalla legge di Stabilità 2013. Fatto sta che ci aspettano delle settimane molto calde sul fronte dell’Iva in quanto la maggioranza sta già esercitando forti pressione sul governo per evitare, o per lo meno per rimandare, l’aumento dell’Iva ritenuto dai più un provvedimento deleterio in quanto colpisce i consumi e sarebbe depressivo per la nostra già traballante economia nazionale (leggi anche: Il ministro Giovannini sulla disoccupazione giovanile).