I conti pubblici italiani sono più sicuri di quelli spagnoli

Se si guarda la tabella dell’Fmi, l’Italia è uno dei pochi paesi che ha l’avanzo primario di bilancio pubblico, un elemento che contribuisce alla discesa del nostro debito. Un avanzo primario che continua a crescere. Il ragionamento sulla riduzione del debito pubblico va fatto in questo modo, abbiamo poi la garanzia che ci viene dall’introduzione del vincolo del pareggio del bilancio. Noi siamo sulla strada giusta, non sono numeri nostri ma del Fondo”.

Politica fiscale

L’espressione “politica fiscale” identifica, solitamente, tutte quelle leggi, provvedimenti, strumenti, norme e regolamenti che il governo racchiude nelle cosiddette manovre finanziarie o nei documenti di programmazione economica e finanziaria, grazie alle quali uno Stato cerca di gestire, nella maniera più ottimale, il delicato rapporto tra le proprie uscite (come, per esempio, la spesa pubblica per la fornitura di beni e servizi ai cittadini) e le proprie entrate (come, per esempio, tasse, imposte e tributi) così da comporre un bilancio che, piuttosto che essere in disavanzo, sia in pareggio o addirittura in avanzo.

Macroeconomicamente parlando, giacché di provvedimenti in grado di smuovere le variabili macroeconomiche ci stiamo occupando, possiamo affermare che le politiche fiscali di qualunque Stato possono essere di carattere espansivo oppure ancora restrittivo.

Crescere è la priorità dell’Italia

Considerando la situazione economico-finanziaria europea dal punto di vista di uno dei più efficaci indicatori della politica fiscale di ogni singolo Paese (ovverosia prendendo in considerazione i conti pubblici al netto degli interessi sul debito) l’Italia risulterebbe essere una nazione, con un avanzo pari al 2%, davvero importante, addirittura messa meglio di quella Germania che, in questi ultimi anni, ha dettato i ritmi della ripresa.

Verrebbe da chiedersi, allora, perché mai Moody’s si stia apprestando a giudicare, in maniera nettamente negativa, il nostro Paese.

CRESCITA ECONOMICA ITALIANA FERMA SECONDO CONFINDUSTRIA

Manovra finanziaria 2011 approvata con fiducia

La Camera dei Deputati, presso la quale la manovra finanziaria 2011 era approdata sin da lunedì, avrebbe approvato, con voto di fiducia e parecchie riserve (i favorevoli sono risultati essere soltanto 316), il testo del decreto legge 13 agosto 2011 n° 138 dando il via libera alla definitiva trasformazione in legge del decreto finanziario, redatto in tutta fretta a metà agosto, che dovrebbe avvenire oggi stesso a partire dalle 18.30.

Berlusconi afferma di aver salvato i conti

“Penso che abbiamo lavorato bene per rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore”.

Con queste parole di stima per l’impegno dimostrato dai colleghi della maggioranza il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha messo la parola fine alle infinite discussioni sorte in seno alla politica e all’opinione pubblica sull’operato del governo nei confronti della stesura e dell’approvazione del decreto legge 13 agosto 2011 n° 188, meglio noto come manovra finanziaria 2011.

Come cambia l’IVA in Italia

La manovra finanziaria 2011, almeno secondo i senatori della Repubblica italiana che hanno approvato il testo del decreto legge 13 agosto 2011 n° 188, è ormai legge. Certamente, affinché il provvedimento diventi esecutivo bisognerà aspettare anche l’ok della Camera dei Deputati ma si può ben pensare che, visto quanto successo sino ad oggi (stiamo parlando delle numerosissime modifiche alla manovra finanziaria), in particolar modo vista l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del nuovo testo della finanziaria 2011-2014 dopo l’inizio delle discussioni in merito alla questione al Senato della Repubblica, si procederà con voto di fiducia anche tra gli onorevoli deputati del Bel Paese.

Costo della manovra finanziaria

La manovra finanziaria 2011, il decreto legge 13 agosto 2011 n° 188, è stato approvato ieri dal Senato della Repubblica con voto di fiducia così come stabilito dal Consiglio dei Ministri di mercoledì pomeriggio.

Oggi, invece, il Parlamento si è riunito per discutere in merito ad alcune questioni che sarebbero stata lasciate volutamente fuori dalla manovra affinché costituiscano il nucleo di ulteriori riforme strutturali. Stiamo parlando, ovviamente, delle leggi costituzionali sull’abolizione, completa, delle province (le cui competenze passerebbero alle regioni) e sul dimezzamento del numero di deputati e senatori.

Come che sia, comunque, la manovra finanziaria costa (e costerà ancora di più una volta entrata a regime) e peserà, indistintamente, su ogni famiglia italiana. Dell’argomento, come ricorderete, avevamo già parlato qualche tempo fa, ribadendo come la manovra fosse una stangata da 1.500 euro a famiglia.

Oggi, invece, vediamo punto per punto quali capitoli di spesa aumenteranno più degli altri, perché subiranno questa crescita e quali dovrebbero essere le misure più efficaci per affrontare il peso della manovra.

Testo del decreto legge 13 agosto 2011 n° 138 ed emendamento al disegno di legge di conversione

La tanto discussa e bistrattata manovra finanziaria 2011 avrebbe completato, finalmente, la prima parte del proprio iter legislativo essendo stata approvata, con voto di fiducia, dal Senato della Repubblica in data 7 settembre 2011.

La decisione di porre la fiducia sulla questione delle modifiche alla manovra finanziaria 2011 si è resa necessaria, secondo i portavoce della maggioranza, poiché ieri pomeriggio (6 settembre 2011) il Consiglio dei Ministri al completo avrebbe approvato, in tutta fretta e a discussione cominciata, un maxi-emendamento che avrebbe, ancora una volta, sconvolto il testo della finanziaria 2011-2014.

Per cercare di fare chiarezza noi di Politikos pubblichiamo, dopo il salto, sia il testo del decreto legge originario, così come promulgato in data 13 agosto 2011, sia l’emendamento al disegno di legge di conversione approvato nel tardo pomeriggio di ieri.