
I conti pubblici italiani sono più sicuri di quelli spagnoli

Macroeconomicamente parlando, giacché di provvedimenti in grado di smuovere le variabili macroeconomiche ci stiamo occupando, possiamo affermare che le politiche fiscali di qualunque Stato possono essere di carattere espansivo oppure ancora restrittivo.
Verrebbe da chiedersi, allora, perché mai Moody’s si stia apprestando a giudicare, in maniera nettamente negativa, il nostro Paese.
L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre ha calcolato quanto potrebbe costare, ad ogni famiglia italiana, l’aumento dell’IVA di un punto percentuale relativo all’aliquota più alta.
Con queste parole di stima per l’impegno dimostrato dai colleghi della maggioranza il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha messo la parola fine alle infinite discussioni sorte in seno alla politica e all’opinione pubblica sull’operato del governo nei confronti della stesura e dell’approvazione del decreto legge 13 agosto 2011 n° 188, meglio noto come manovra finanziaria 2011.
Oggi, invece, il Parlamento si è riunito per discutere in merito ad alcune questioni che sarebbero stata lasciate volutamente fuori dalla manovra affinché costituiscano il nucleo di ulteriori riforme strutturali. Stiamo parlando, ovviamente, delle leggi costituzionali sull’abolizione, completa, delle province (le cui competenze passerebbero alle regioni) e sul dimezzamento del numero di deputati e senatori.
Come che sia, comunque, la manovra finanziaria costa (e costerà ancora di più una volta entrata a regime) e peserà, indistintamente, su ogni famiglia italiana. Dell’argomento, come ricorderete, avevamo già parlato qualche tempo fa, ribadendo come la manovra fosse una stangata da 1.500 euro a famiglia.
Oggi, invece, vediamo punto per punto quali capitoli di spesa aumenteranno più degli altri, perché subiranno questa crescita e quali dovrebbero essere le misure più efficaci per affrontare il peso della manovra.
La decisione di porre la fiducia sulla questione delle modifiche alla manovra finanziaria 2011 si è resa necessaria, secondo i portavoce della maggioranza, poiché ieri pomeriggio (6 settembre 2011) il Consiglio dei Ministri al completo avrebbe approvato, in tutta fretta e a discussione cominciata, un maxi-emendamento che avrebbe, ancora una volta, sconvolto il testo della finanziaria 2011-2014.
Per cercare di fare chiarezza noi di Politikos pubblichiamo, dopo il salto, sia il testo del decreto legge originario, così come promulgato in data 13 agosto 2011, sia l’emendamento al disegno di legge di conversione approvato nel tardo pomeriggio di ieri.
Da li, nel caso in cui trovasse il pieno appoggio dei senatori, passerà poi alla Camera.