Un fiume di denaro verso Roma Capitale

Sarà uno dei punti più innovativi della riforma dell’assetto dello Stato in senso federale. Sembra ormai vicino al traguardo un’idea già sostenuta da tempo da esponenti politici di ogni colore: quello di riconoscere al Comune di Roma uno status che la distingua da tutti gli altri Comuni d’Italia, per attribuire alla capitale del Belpaese un rilevante grado di autonomia che riconosca la sua centralità politica, storica e culturale.

Si parla già, negli ambienti della politica, di “Roma Capitale”, intendendola secondo un profilo di netta autonomia, forse assimilabile a quella della città di Washington, in America, non appartenente ad alcuno dei cinquanta Stati bensì capoluogo di un distretto federale a sé stante.

Federalismo fiscale: le ragioni del no

Non solo fra gli oppositori politici ma anche fra i tecnici amministrativi e fiscalisti, sono parecchie le voci di perplessità quando non di aperta contestazione al federalismo fiscale, non tanto per il concetto in sé ma per come esso è stato delineato dal Governo Berlusconi.

I dubbi sorgono su diversi punti del disegno di legge. Non è ben chiaro, ad esempio, come l’autonomia finanziaria lasciata ad ogni ente territoriale si concili col dovere dello Stato italiano di garantire il rispetto dei parametri di Maastricht, che devono essere osservati dall’insieme complessivo dell’amministrazione pubblica, inclusi gli enti locali.

Federalismo fiscale: le ragioni del sì

Numerosi sono stati i commenti positivi, provenienti per lo più dalla maggioranza di centrodestra, al disegno di legge sul federalismo fiscale sfornato dal Governo.
I sostenitori del progetto elencano con soddisfazione quelli che appaiono essere i punti qualificanti di una riforma che, se e quando andrà in porto, sarà effettivamente una delle principali rivoluzioni dell’Italia repubblicana.

Viene sottolineato, in particolare, che in ogni Paese federale i servizi essenziali per la persona (istruzione, sanità, sicurezza…) sono affidati a strutture su base regionale o locale, e perciò molto più vicine al cittadino stesso e con una maggiore capacità di tener conto delle autentiche problematiche locali.

Verso il federalismo fiscale

Licenziato da Governo lo scorso 3 ottobre, il disegno di legge sul federalismo fiscale passerà all’esame dei due rami del Parlamento.

Il Ddl, che si prevede approvato entro la fine dell’anno, contiene la delega al Governo di emanare entro due anni uno o più decreti legislativi per regolamentare nel nostro Paese questo complesso tema, di cui si parla ormai da molti anni.