Oggi ha fatto il punto della situazione economica e fiscale del nostro Paese il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. L’occasione è stata la sua presenza all’assemblea nazionale della Confesercenti che ha tracciato un quadro molo deprimente del proprio settore oltre che del comparto complessivo all’interno del nostro Paese in questo momento. Ovviamente, in maniera intuibile, il ministro Zanonato ha toccato moltissimi punti nel suo breve intervento ma il focus principale sui cui i presenti hanno espresso la massima soddisfazione è stato il passaggio in merito al congelamento dell’aumento dell’Iva.
L’impegno del governo
A conti fatti è bene sgombrare il campo innanzitutto da cattive interpretazioni di fondo in merito alle parole di Zanonato sulla question relativa all’aumento dell’Iva: infatti, l’autorevole esponente del governo Letta non ha ufficialmente confermato il congelamento dell’aumento dell’Iva che tanto farebbe piacere alla larghissima maggioranza delle imprese nel nostro Paese, ma ha semplicemente ribadito con fermezza il suo personale impegno, insieme al governo tutto ovviamente, nel fare tutto il possibile per evitare l’aumento dell’Iva reperendo altrove la necessaria copertura finanziaria ad un provvedimento del genere (leggi anche: Berlusconi, l’Iva e l’Ue).
Il bilancio dello Stato
Già qualcosa, potremmo dire con una battuta. Ma guai adesso a cantare vittoria perché sia dalle parole del ministro per lo Sviluppo economico che da un mero esame dei fatti, è facile capire che il massimo impegno del governo ad ottenere effettivamente il congelamento dell’aumento dell’Iva è cosa ancora lontana dal raggiungimento stesso dell’obiettivo in questione. Del resto c’è una considerazione, questa sì ufficiale a tutti gli effetti, da fare in merito a tutta la questione dell’Iva: i soldi derivanti dall’aumento di un punto percentuale dell’Iva sono già stati iscritti alla voce entrate nel bilancio dello Stato. E quindi la questione di reperire risorse alternative per evitare l’incremento dell’Iva non è una delle classiche perifrasi in politichese che servono a prendere tempo o poco altro, ma rappresentano una necessità oggettiva (leggi anche: La politica monetaria della BCE).