Berlusconi in tribunale: processo Mediatrade

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LE ACCUSE
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, è accusato di falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale nell’ambito della compravendita di alcuni diritti per telefilm americani. Dal 95 al 99 la Fininvest, che controlla Mediaset, avrebbe comprato i diritti televisivi a prezzi elevatissimi. Secondo l’accusa, il fine era quello di creare “fondi neri” e aggirare il fisco tramite un sistema di scatole cinesi, ossia una compravendita “fittizia” fatta con le “scatole” per pompare i prezzi. La mente dietro questo sistema “a matrioska” è quella l’avvocato inglese Davide Mills: i diritti prima di essere acquistati da Fininvest venivano continuamente venduti e ricomprati, incrementando i prezzi a ogni passaggio. Tra gli accusati anche Fedele Confalonieri.


PREVISIONI E PRECEDENTI
Circa due settimane fa Berlusconi non ha potuto essere presente all’udienza preliminare, causa la guerra in Libia
. Domani non ci sono impegni programmati e quindi il premier potrebbe presentarsi in aula: alcuni suoi legali hanno dichiarato questa intenzione.
Se questa ipotesi si verificasse Berlusconi potrebbe, secondo le previsioni di molta stampa, ripetere una scena simile a quella del 17 giugno del 2003
, quando si recava per la seconda volta in tribunale dopo tre anni di udienze, nell’ambito del processo SME. Aveva diritto a una dichiarazione spontanea che si trasformò in un attacco alla magistratura. Celebre la frase “E’ vero che la legge è uguale per tutti, ma per me che sono stato votato dalla maggioranza degli italiani, è più uguale degli altri”. E poi la conclusione con l’invito a farsi giudicare “in trasferta” a Roma: “sono in grave ritardo. Mi farà piacere rispondere –disse al giudice Luisa Ponti- se mi si usa la cortesia di veneria a Palazzo Chigi come si fa con tutti i presidenti”. A niente è servita la replica del giudice: voleva ricordare a Berlusconi che la facoltà di essere interrogati “in trasferta” era riservata solo a casi particolari e non a lui che in quel momento era imputato.

Sono passati più di 7 anni ma la scena che si ripete non è, e non potrebbe nemmeno essere, la stessa: non ci sarà la stampa, come previsto per le udienze preliminari, e non è detto nemmeno che il premier si presenti, e quindi la previsione dell’attacco frontale ai giudici sarebbe vana. Infatti Piero Longo, un altro avvocato di Berlusconi ha lasciato intendere che comunque potrebbero sopraggiungere ultimissimi imprevisti.

Paolo Maria Addabbo