La campagna elettorale del premier uscente Mario Monti ha avuto inizio. Gli ingredienti ci sono tutti: il tono più aggressivo del solito, la scelta di una cornice allusiva e la presa di distanza dagli altri contendenti. Da tutti, e da destra e da sinistra. C’è anche la volontà di presentarsi come figura lontana dagli schemi di partito che hanno caratterizzato la politica fino ad oggi, ma, secondo i detrattori, in fondo, la forza di abbandonare i vecchi schemi pubblicamente attaccati, al momento, non c’è.
La strategia di Monti in campagna elettorale
Primo punto, la cornice. Monti ha raccolto i suoi 400 candidati in un parco scientifico a pochi passi da Bergamo che rappresenta un centro industriale di primissimo livello, oltre ad essere la sede della Brembo di Bombassei (candidato alla Camera). Secondo punto, gli avversari. Durante i mesi di governo tecnico l’aplomb del professore in rarissimi casi aveva lasciato spazio a esternazioni personali o ad un tono meno istituzionale del solito. Ebbene, il primo elemento da notare è che Monti sta conducendo il percorso di avvicinamento alle elezioni con spregiudicatezza inaspettata non sottraendosi mai allo scontro dialettico con gli altri candidati e, anzi, essendo spesso lui a innescare la miccia della polemica. Le ragioni possono essere differenti, ma non pare di certo una scelta casuale: Monti è voluto scendere nell’arena politica con le stesse armi dei suoi predecessori da cui, a questo punto, si vuole discostare solo dal punto di vista dei contenuti. Di qui il nuovo attacco a Berlusconi che viene punzecchiato con la vecchia arma della riforma della giustizia e della legge sul conflitto d’interesse dopo il contrasto sulla politica economica di pochi giorni fa (Elezioni 2013: Monti contro Berlusconi sull’economia internazionale). E da qui anche lo strappo con l’alleato più forte del Pdl (Alleanza Lega – Pdl: elezioni 2013), quella Lega presa di mira per le sue aspirazioni separatiste e quel disamore nei confronti dell’idea stessa di unità d’Italia che tanto può essere utile a drenare voti.
Il primo Consiglio dei ministri
Da analizzare anche i primi impegni dell’ipotetico nuovo governo Monti: riduzione del numero dei parlamentari, assetto dello Stato e riforma del titolo V della Costituzione. Come dire, uno sguardo ai problemi reali, uno sguardo alla campagna elettorale vera e propria. Senza dimenticare di prendere le distanze dal Pd (Elezioni 2013: il programma di Bersani).