La presentazione dei capilista in Lombardia di Scelta Civica tenutasi ieri a Milano è diventata l’occasione per il premier dimissionario Mario Monti di fare il punto della situazione sulla propria posizione e le possibile alleanze. Potremmo dire, in potentissima sintesi, che il professore ha ribadito alcuni punti chiave della propria attività politica, ha sottolineato l’equidistanza da Pd e Pdl, ha lanciato qualche stoccata ai leader avversari e si è fatto un giro a corso Buenos Aires.
L’identità politica di Monti tra Pd e Pdl
In primo luogo anche in un’occasione ufficiale come la presentazione dei capilista in Lombardia Monti ha tenuto ben presente uno dei cavalli di battaglia del suo fare politico, diciamo un punto fermo più di forma che di sostanza. Vale a dire l’intento di portare avanti il superamento delle categorie classiche di destra e sinistra, categorie che il professore, almeno a parole, ha sempre voluto superare per giocare la partita delle elezioni solo sui contenuti. Questa mossa ha due conseguenze immediate: da un lato Monti continua a porsi a metà strada tra Bersani e Berlusconi candidandosi ad alternativa rispetto alla vecchia contrapposizione partitica. L’idea che il professore cerca di far attecchire nell’elettorato indeciso è quella che per lui le alleanze non contano: serve solo confrontarsi sulle idee e quindi, nel suo caso, l’unica alleanza possibile sarebbe quella basata su un’impronta riformista ed europeista. In secondo luogo, così facendo, Monti può drenare elettorato e da un lato che dall’altro. Prova ne sia che l’arma del superamento dei partiti e la necessità di confrontarsi solo sui programmi conduce il professore verso il più classico schema da campagna elettorale quando invita l’elettorato di Lega e Pdl a votare per lui data l’incapacità di Berlusconi e Maroni di mettere in atto la rivoluzione liberale promessa da tanti anni. E dati gli ultimi scandali come Liste Pdl: la versione di Cosentino oppure Rubygate: sentenza dopo il voto.
La passeggiata di Monti
Altro elemento da notare nella campagna elettorale di Monti è il valore dell’immagine. Categoria questa, a quanto pare, non messa da parte neanche a parole. Anzi, cavalcata con stile nella passeggiata del sabato pomeriggio in corso Buenos Aires a Milano: passeggiata elettorale con strette di mano, piccolissime contestazioni, saluti ai bambini e sosta al bar (con scontrino).