Monti corre da solo. Non è solo una scelta formale già per altro testimoniata dalla creazione del proprio movimento (Ecco il simbolo della lista Monti al Senato “Scelta civica con Monti per l’Italia”), ma è un punto fermo della sua campagna elettorale. In altre parole è come se il Professore con l’avvicinarsi delle elezioni e il conseguente inasprimento dei toni elettorali ci tenga a prendere le distanze sia da Berlusconi che Bersani. Con motivazioni differenti ma con eguale fermezza.
Monti contro ogni posizione estrema
L’equidistanza di Monti lo situa, non solo a parole, in una posizione lontana tanto da Berlusconi che da Bersani anche in seguito a Lo scontro Monti – Pd. Il professore non fa nulla per nascondere la sua lontananza da Pd e Pdl che difficilmente definisce come movimento rispettivamente di centrosinistra o centrodestra. A parole Monti più volte si è soffermato su quella che a suo avviso è la più corretta definizione: Pd e Pdl non sono centrosinistra e centrodestra, ma sono la sinistra e la destra. La puntualizzazione testimonia l’intento politico di Monti, vale a dire evidenziare agli occhi dell’elettorato le posizioni estreme presenti tanto nel Pdl quanto nel Pd.
La lista di Monti al Senato: il perchè di alcuni nomi
La mossa ha una doppia funzione: in primis sottolineando le posizioni estreme interne ai due schieramenti, se ne discosta cavalcando l’onda dei moderati e del centrismo, e, in secondo luogo, cerca di portare alle urne gli indecisi. La partita si sta al momento giocando molto sui possibili astenuti. La posizione politica di Monti, il suo intento di presentarsi precisamente al centro tra Berlusconi e Bersani si legge naturalmente anche nei nomi della sua lista. Paradigmatici i nomi dei suoi candidati al Senato laddove spiccano Albertini, Ichino e Mauro. Rispettivamente: l’ex sindaco di Milano allontanatosi dal Pdl, il giuslavorista staccato dal Pd e l’ex capogruppo degli eurodeputati del Pdl.