Il problema della disoccupazione all’interno del nostro Paese è di portata enorme. In effetti se ne fa un gran parlare, come è giusto che sia: si tratta di uno di quegli argomenti che rimane sempre presente, semmai anche solo sotto traccia, all’interno dell’agenda politica del nostro Paese e che poi, in modo ciclico, si ripresenta in modo prepotente in contemporanea con una qualche esternazione o con la pubblicazione dei dati dell’Istat. E, per quanto ci riguarda, oggi ne parliamo proprio in concomitanza con la pubblicazione dei dati Istat sulla disoccupazione in Italia nel primo trimestre del 2013.
Le priorità del governo
Procediamo con ordine e prima ancora di passare all’analisi e al commento dei dati numerici in esame, è bene che sottolineiamo alcuni punti in merito. In primo luogo occorre ricordare che da quando si è insediato il nuovo governo di unità nazionale, il presidente del consiglio Enrico Letta ha più volte ribadito che in cima alla lista delle priorità della sua agenda politica vi è proprio la questione della disoccupazione in generale e di quella giovanile in misura ancora maggiore. E, in secondo luogo, vogliamo ricordare anche che meno di 48 ore fa il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha lanciato un pubblico appello alla classe politica italiana affinché faccia qualcosa di concreto sempre per quanto riguarda il problema della disoccupazione (leggi: Napolitano sulla disoccupazione giovanile).
Le cifre
Vediamo adesso quali sono le stime più recenti pubblicate dall’Istat sull’argomento. Il periodo di riferimento è quello del primo trimestre dell’anno in corso e i dati sono terribili: il tasso di disoccupazione alla fine del primo trimestre del 2013 è infatti salito addirittura al 12,8% in Italia segnando così un aumento pari a circa due punti percentuali (1,8% per la precisione) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A conti fatti, guardandosi alle spalle, si tratta del massimo storico come indice di disoccupazione addirittura da 36 anni: un dato oltremodo allarmante (leggi anche: Le stime dell’Ocse sull’economia italiana).