Le consultazioni di Enrico Letta si sono concluse nella giornata di ieri. Da quando ha ricevuto per primo lo stato maggiore di Sinistra Ecologia Libertà fino al tardo pomeriggio si sono avvicendati a Palazzo Montecitorio tutti i leader delle forze politiche del nostro Paese. Il primo dato su cui abbiamo una certezza è la velocità con cui le consultazioni si sono concluse: una giornata di lavoro è, forse, bastata a Enrico Letta per dichiarare concluse le sue consultazioni. I più ottimisti pensano alla lista dei ministri già domani (leggi: Le consultazioni di Letta).
Il programma del governo Letta
L’onorevole Enrico Letta (leggi anche: Enrico Letta premier?), neo Presidente del Consiglio che ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo esecutivo in tempi strettissimi dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ribadito pochi punti centrali della sua agenda politica. Al primo posto il neo premier ha messo due problemi drammatici che affliggono il nostro Paese e che sono strettamente correlati l’uno con l’altro, vale a dire il problema del lavoro e l’emergenza dell’economia in senso più lato. E, del resto, da un premier nominato in una contingenza del genere e destinato a guidare ed essere portabandiera di un governo di ampia coalizione non ci potevamo aspettare niente di diverso se non l’individuazione di priorità politiche di natura generale senza troppo evidenti coloriture di partito.
Pd e Pdl uniti per Letta
Senza ombra di dubbio la parola chiave di queste ore è condivisione, appoggio condiviso e simili. Letta guiderà un governo di ampia coalizione in cui la faranno da padroni i partiti politici che hanno avuto i migliori e più consistenti riscontri in seguito alle elezioni del 24 e del 25 febbraio. In effetti si tratta, o meglio, si tratterà di un governo in cui la parte del leone sarà interpretata in modo quantitativamente pari, almeno sulla carta e per quanto possibile, tanto dal Partito Democratico quanto dal Popolo della Libertà. Mentre la compagine grillina è molto più difficile da incanalare nelle vecchie logiche di partito su cui ancora poggia il fulcro della nostra vita parlamentare.