Siamo nel campo delle ipotesi ma cerchiamo di andarci con i piedi di piombo come si è soliti dire in occasioni del genere. Perché la prudenza non è mai troppa e perché l’elezione del Presidente della Repubblica ha segnato una delle pagine della storia repubblicana del nostro Paese di maggiore incertezza degli ultimi decenni. Fatto sta che allo stato delle cose, pare che il prossimo Presidente del Consiglio debba essere Enrico Letta forte di un sostegno trasversale tanto stabile a destra quanto a sinistra.
La candidatura di Enrico Letta
La possibilità di Enrico Letta eletto Presidente del Consiglio nelle prossime ore testimonierebbe alcuni elementi di base su cui soffermarci (leggi: Enrico Letta premier?): in primo luogo dovremmo sottolineare come alla base del nome di Enrico Letta ci sia la volontà sia del Partito Democratico che del Popolo della Libertà. E quando ci riferiamo al Pdl è facile ricondurre tutto alla volontà di Silvio Berlusconi, quando invece facciamo riferimento al PD è sempre importante capire quale corrente sia a prendere la parola: nella fattispecie pare che Letta goda dell’appoggio anche dei bersaniani più convinti. Fatto sta che nella squadra di governo di Enrico Letta il primo nome a testimoniare il sostegno trasversale sia proprio Gianni Letta (leggi: Le consultazioni di Napolitano).
I nuovi ministri
Proviamo adesso a fornire un’ipotetica formazione di governo presieduta per l’appunto da Enrico Letta e con Gianni Letta sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Titolare dell’economia, secondo le previsioni delle ultime ore, non potrebbe essere una personalità di spicco alla Mario Monti per intenderci, ma, al momento, il candidato in pole sembra essere Fabrizio Saccomanni. Come vicepremier la rosa di candidati è ampia: in primis Enrico Letta casomai non fosse lui ma Giuliano Amato il Presidente del Consiglio, ma sono tra i papabili anche Angelino Alfano e Renato Schifani per il Pdl o Mario Mauro per i montiani. Altro nome caldo destinato ad uno di quei dicasteri altrettanto caldi sembra essere al momento Enrico Giovannini che, oltre a essere il Presidente dell’Istat, è stato uno dei dieci saggi di Napolitano: per lui si parla del Ministero dello Sviluppo (insieme a Giovanni Pitruzzella, attuale garante antitrust) o della Funzione Pubblica. Considerando un altro di quei ministeri forti, pensiamo alla Giustizia laddove la lotta sembra ristretta a due nomi: in pole Luciano Violante, in seconda battuta Valerio Onida, anch’egli già inserito nella lista dei saggi.