Che la nuova legislatura sia nata già morta, o meglio, moribonda è opinione molto diffusa tra i commentatori di qualsiasi area politica. E che gli accadimenti di ogni giorno, sia prima che dopo l’inizio ufficiale della legislatura, siano successive testimonianze della debolezza delle nuove Aule è altrettanto evidente. Prova ne sia che da più parti sembra si tratti di una partita giocata a scacchi per sacrificare la legislatura numero diciassette e tornare alle urne quanto prima. Almeno sembra che queste siano le intenzioni degli acerrimi nemici, sempre più spesso negli ultimi giorni acerrimi alleati, Berlusconi e Bersani.
Le prime mosse in Parlamento
Da ieri sono cominciati in modo ufficiale i lavori in Aula e, ovviamente, il primo appuntamento consiste nell’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento (leggi: Roberto Fico Presidente della Camera?). Ovvie le schede bianche di Pd e Pdl, meno ovvia l’uscita del Pdl che ha fatto sapere di tirarsi indietro da ogni logica di attribuzione delle poltrone per quanto riguarda i presidenti e della Camera e del Senato. Un’uscita per lo meno inaspettata anche dopo il corteggiamento da parte dei montiani: a conti fatti gli uomini di Scelta Civica stavano tentando di recuperare peso specifico portando dalla propria parte senatori del Pdl con l’obiettivo di avere i numeri per far salire Mario Monti alla Presidenza di Palazzo Madama. L’uscita di Berlusconi ha dunque una doppia – e importantissima – rilevanza: da un lato evita che i suoi senatori sostengano Monti per la corsa alla Presidenza di Palazzo Madama, e, dall’altro, lascia campo libero a Bersani.
Lo scacco a Monti e ai grillini per votare quanto prima
In effetti quello che sembra l’intento comune di Berlusconi e di Bersani è far partire quanto prima la legislatura, tacere le scarse possibilità di riuscita di un arco parlamentare così frammentato e fare in modo che sia la prova dei fatti a fa cadere il nuovo governo quanto prima (leggi anche: Renzi, il PD e nuove elezioni). E tutto ciò porta con sé molte conseguenze: innanzitutto, se un governo con una grossa fetta di grillini si mostra incapace di governare, è molto probabile che alle prossime elezioni perderà molti voti. Inoltre un governo di breve durata non lascerà né al Pd né al Pdl il tempo tecnico di modificare la legge elettorale (né Berlusconi né Bersani vogliono cambiare adesso la legge elettorale), ma lascerà ai due partiti solo il tempo per accaparrarsi nuovi alleati in vista delle prossime elezioni: attingendo sia dai grillini (che perderanno voti dopo la prematura caduta del governo) che dai montiani (ridotti male già a queste elezioni e senza il loro leader a capo di una delle due Camere).