Il Lingotto si impegna a salvaguardare la presenza industriale in Italia e conferma l'intenzione di investire nel nostro Paese nel momento più opportuno.
► RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18
Con queste parole, che davvero molto lasciano all’immaginazione del lettore (sebbene la presenza di FIAT in Italia sia stata ufficialmente confermata non sarebbero ancora stati individuati modi e tempi di permanenza del Lingotto nel nostro Paese. Come a dire: la FIAT resta in Italia ma in che modo? In quale misura? E i su indicati investimenti a quanto ammonteranno? E su quali stabilimenti si concentreranno?), Palazzo Chigi, nelle persone del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, del Ministro dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera, del Ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, gli unici membri del Governo Monti presenti al faccia a faccia di ieri pomeriggio tra il governo ed i vertici del Lingotto Sergio Marchionne, amministratore delegato, e John Elkann, presidente, avrebbe commentato, grazie ad un comunicato congiuntamente rilasciato dalle parti coinvolte nella riunione fiume di ieri pomeriggio, il confronto tra Stato e FIAT che, consapevole della propria importanza, sembrerebbe aver ribadito, una volta di più, l’intenzione di non abbandonare il Paese.
“Governo e FIAT”, avrebbe proseguito la nota di cui sopra, “hanno concordato di impegnarsi per assicurare nelle prossime settimane un lavoro congiunto utile a determinare requisiti e condizioni per il rafforzamento della capacità competitiva dell’azienda. Un apposito gruppo di lavoro sarà costituito presso il Mise per individuare gli strumenti per rafforzare ulteriormente le strategie di export del settore automotive”.