Nuova grana per il nuovo governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. A conti fatti si tratta di qualcosa forse di più grave rispetto ai normali contrasti propri delle dinamiche di un governo che poggia su un consenso così ampio e trasversale. Insomma, questa volta, non sembra che ci si trovi di fronte a uno di quelli che lo stesso ministro degli Interni Angelino Alfano ha bollato qualche giorno fa come dei normalissimi incidenti di percorso da mettere in calendario con una squadra di governo di tal tipo (leggi: Alfano sul governo Letta). Questa volta si parla dell’ineleggibilità di Berlusconi.
La mozione del M5S
Il motivo del contendere che potrebbe portare a contrasti forse addirittura non più sanabili all’interno del governo di ampia coalizione (leggi: Letta sul primo mese di governo) ruota intorno alla ineleggibilità a senatore dell’ex presidente del Consiglio e attuale leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi. Il riferimento è molto antico ma pur sempre valido perché si chiama in causa una legge del 1957 in base a cui i beneficiari di concessioni pubbliche – nella fattispecie le concessioni televisive – non posso essere eletti. Chi ha rimesso in pista la vecchia questione dell’ineleggibilità di Berlusconi è, in maniera forse intuibile, il Movimento a Cinque stelle di Beppe Grillo che vuole fare di tutto per portare la questione fino in fondo.
La Giunta: previsioni di voti e posizione del PD
L’organismo deputato a prendere una posizione in merito all’eleggibilità di Berlusconi e di qualsiasi altro parlamentare è la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato. Sul tavolo della Giunta oggi pomeriggio arriverà dunque la mozione di ineleggibilità del M5S per Berlusconi e la questioni diventerà immediatamente di natura più politica che tecnica. La Giunta è formata da 23 membri che rispecchiano la composizione del Parlamento in misura proporzionale. I voti dunque di M5S, Sel e Pd arrivano a 13 quindi hanno la maggioranza. Se votassero compatti, Berlusconi risulterebbe in eleggibile: il problema è capire come voterà il Pd perché rendere in eleggibile Berlusconi significherebbe in maniera più che verosimile mandare a casa il governo Letta.