Le elezioni del Presidente della Repubblica sono state avvolte da più polemiche, contrasti e confusione del solito. Ne deriva che, probabilmente, molti di noi hanno fatto più attenzione ai numeri, al raggiungimento del quorum, alle logiche di partito che hanno offerto il proprio sostegno o lo hanno rifiutato piuttosto che alle poche e pesantissime parole di Giorgio Napolitano nel momento in cui ha comunicato di aver accettato la sua rielezione. Il nuovo presidente della Repubblica ha parlato di termini e di condizioni che gli hanno consentito di accettare il secondo mandato.
Le richieste di Napolitano ai leader di partito
Adesso diventa interessante interrogarsi su quali possono essere questi temi, vale a dire su quali sono le reali condizioni che Napolitano ha posto per accettare la sua seconda nomina. Il primo pensiero va ai termini temporali perché, con tutto l’ottimismo del caso, pare difficile che Giorgio Napolitano se la senta di rimanere al Quirinale fino al 2020 quando avrà quasi 95 anni. Eppure ci sentiamo di scartare l’ipotesi dei termini temporali perché è nel pieno diritto di un Capo dello Stato interrompere quando vuole il proprio mandato. Ci soffermiamo piuttosto su quelli che sono i termini che avrà posto lui in prima persona ai leader di partito che gli hanno fatto visita negli ultimi giorni per convincerlo al secondo mandato. Ci riferiamo, in pratica, alle condizioni che Napolitano avrà posto a Berlusconi e Bersani per tornare al Quirinale (leggi: Napolitano bis: favorevoli e contrari).
Il nuovo esecutivo
Le condizioni, è inutile girarci intorno troppo a lungo, riguardano il governo che verrà formato a stretto giro. Il gesto di disponibilità, sacrificio e massima responsabilità fatto pubblicamente da Giorgio Napolitano obbligherà, almeno in linea di principio, ad una condotta simile Partito Democratico e Popolo della Libertà, mentre rimane più fuori dagli schemi la posizione del Movimento a Cinque Stelle (leggi: Grillo contro Napolitano e Bersani). L’idea di Napolitano sembra questa: innanzitutto avviare da domani un rapidissimo giro di consultazioni e formare il nuovo governo entro una settimana. Un governo che duri almeno per i prossimi due anni, che veda la partecipazione di quasi tutte le forze politiche e che sia un governo politico a tutti gli effetti. L’obiettivo, infatti, è quello di evitare una rischiosissima riedizione del governo tecnico di Mario Monti.