Nuovo colpo di scena nella campagna elettorale italiana. Ormai siamo a due settimane dall’apertura dei seggi elettorali, siamo entrati nel periodo in cui i risultati dei sondaggi non vengono più resi pubblici e, in un modo o nell’altro, siamo nella fase più dura della campagna elettorale. Quella delle dichiarazioni ad effetto e dei colpi di scena: pare che, infatti, L’alleanza Monti – Bersani sia durata poco più di 48 ore.
La fine dell’alleanza Monti – Bersani?
Cominciamo dai fatti: in settimana il leader del Pd da Berlino aveva aperto decisamente ad un’alleanza con Monti e il professore, poche ore dopo, da Pordenone, aveva risposto presente. Ieri il dietro front pubblico da parte della dirigenza del Partito Democratico che, in momenti separati e con la voce di Bersani prima e di D’Alema poi, ha ribadito lo stesso concetto: la battaglia elettorale è un duello Bersani vs Berlusconi: gli altri leader candidati non hanno alcuna possibilità di uscire vincitori dalle consultazioni elettorali. Non c’è stata nessuna rottura ufficiale solo perché di ufficiale non era stato sancito nulla, ma si tratta di una presa di posizione opposta rispetto a pochi giorni fa.
La scelta di Bersani prima del voto
Le parole del leader del Pd vanno analizzate in base a diversi fattori: in primo luogo le ragioni, poi l’obiettivo e, infine, la credibilità. L’apertura di Bersani a Monti ha fatto perdere voti e ha destabilizzato il fronte interno al centrosinistra: quindi da un lato un Bersani stretto alleato di Monti ha travasato voti originariamente destinati al Pd verso Grillo e Ingroia, dall’altro ha minato i rapporti con l’ala più a sinistra del Pd stesso a causa de Lo scontro Vendola – Monti. L’obiettivo di Bersani è quello di evitare il voto di preferenza ai partiti minori e, accentrando la scelta su di sé o Berlusconi, cerca di spingere verso il voto utile. Infine, è lecito interrogarsi su quanto possa durare la distanza Monti – Bersani, perché, appare chiaro che il dialogo dovrà ricominciare fitto nell’immediato post – voto quando si dovranno eleggere i presidenti di Camera, Senato e della Repubblica.