In un arco parlamentare che sembra di difficile composizione il tassello più in alto, quello super partes per definizione, nonché per mandato, è anch’esso di difficile individuazione. Mai come questa volta, anche la sovrapposizione cronologica di elezioni politiche ed elezione del nuovo Presidente della Repubblica stimola a pensare, ci potrebbe essere l’occasione di portare a compimento una svolta storica. E l’occasione storica in questione si concretizzerebbe con l’elezione di un Presidente della Repubblica donna.
La possibilità di una svolta storica
A pochissimi giorni dalla chiusura della campagna elettorale e, dunque, dell’apertura dei seggi, non si sa ancora quali e quanti saranno i partiti che avranno rappresentanza in Parlamento (leggi anche: TsounamiTour in Val di Susa. Grillo: siamo tuti No-Tav) eppure gli argomenti più caldi della settimana hanno riguardato in primo luogo le alleanze post elettorali e le coalizioni pronte a formarsi o a sfaldarsi alla comunicazione dei risultati delle urne. Eppure, da più parti, arriva l’idea di un Presidente delle Repubblica donna: un’idea naturalmente bipartisan (più di quanto era stata Monti al Quirinale?) che, negli ultimi giorni, se non ha incassato il plauso convinto dei leader italiani, almeno, non è stata oggetto di critiche a priori.
Le candidate al Quirinale
Vediamo adesso i nomi delle possibili candidate al Quirinale: è superfluo specificare che non si tratta di una lista ufficiale che, per operazioni del genere non esiste, ma si tratta di una rosa ristretta di donne di altissimo profilo istituzionale, potenzialmente eleggibili. Iniziamo da due donne candidate dall’area Monti: il ministro Annamaria Cancellieri sponsorizzata dalla capolista in Lombardia di Scelta Civica Ilaria Borletti Buitoni, ed Emma Bonino, candidata ideale di Benedetto Della Vedova. Anche Oscar Giannino rende pubblico il nome della sua candidata ideale, ideale perché donna e perché fuori dagli schemi di partito, vale a dire il ministro Paola Severino. Franceschini a nome del Pd è molto più abbottonato: nomi non ne fa, ma nel toto nomine ci sarebbero la Finocchiaro e la Bindi. Per il Pdl è lo stesso Berlusconi a far sapere di avere un candidato in pectore e di non volerlo svelare: pare difficile però immaginare, in questo caso, un nome diverso da quello di Gianni Letta.