La fine del mandato di Giorgio Napolitano si avvicina, le dichiarazioni dell’attuale Presidente della Repubblica sono limpide in merito all’esclusione categorica di un possibile, anche se difficilmente proponibile anche solo dal punto di vista del diritto costituzione, Napolitano – bis, e l’elezione del nuovo Capo dello stato si avvicina. Tutto ciò in un contesto per altro assai difficile in cui le ultime mosse del Quirinale sono state mosse interlocutorie e infruttuose, cioè l’incarico a Bersani prima e la nomina dei dieci saggi dopo.
Le trattative PD – Pdl
Ormai da settimane le priorità del nostro Paese sono chiare a tutti, da Napolitano al cosiddetto uomo della strada, ma la considerazione più grave in merito è che ancora oggi – sono passati quasi due mesi dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio – l’opinione pubblica da un lato e, casa assai più grave, la classe politica intera del nostro Paese dall’altro, si sta ancora interrogando sugli stessi argomenti senza arrivare ad un punto risolutivo. Nell’elezione del prossimo Capo dello Stato il peso specifico maggiore lo stanno esercitando e, in maniera più che legittima, lo continueranno ad esercitare sia Berlusconi e il Popolo della Libertà che Bersani e la coalizione di centrosinistra guidata dal Partito Democratico.
I nomi del Partito Democratico e il ruolo di Berlusconi
Nel fine settimana la manifestazione di Berlusconi ha avuto una funzione molto evidente: il cavaliere vuole assumere una posizione negoziale avvantaggiata nell’ambito delle trattative sul Quirinale e ha cercato di imporsi attraverso la minaccia del ritorno alle urne in tempi brevi. Del resto non è un mistero che Berlusconi vuole un governassimo di ampia coalizione o vuole andare a votare di nuovo (leggi: Scontro Berlusconi – Bersani sul governissimo). E non è neanche un mistero che la posizione di Bersani si sta ammorbidendo sempre più nel corso delle ultime settimane. Fatto sta che il vero banco di prova sarà la ricerca di un nome condiviso come prossimo inquilino di Palazzo del Quirinale. Il Partito Democratico ha formulato la sua rosa ideale da cui far uscire il nuovo Presidente della Repubblica: Giuliano Amanto, Franco Marini, Romano Prodi. La prossima puntata nella giornata di domani con un nuovo incontro tra gli staff di Berlusconi e di Bersani (leggi: Patto segreto Berlusconi – Bersani).