La notizia di apertura della larga maggioranza dei giornali e dei siti di informazione di oggi, se non della totalità, è, in maniera più che intuibile la condanna di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Ovviamente, quasi tutti noi conosciamo gli antefatti, abbiamo seguito con dosi differenti di interesse le vicende processuali e giudiziarie in senso stretto che hanno coinvolto l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi negli ultimi anni. E, si sapeva, o meglio, si immaginava, che fosse questo mese un periodo caldissimo per il leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra chiamato in giudizio ieri nel processo Ruby (sentenza non definitiva) e tra poco nel processo Mediaset (sentenza questa volta definitiva- leggi anche: Legittimo impedimento respinto il ricorso di Berlusconi).
Le conseguenze politiche
Riteniamo a questo punto non molto utile soffermarci sull’esito della condanna pronunciata ieri al Palazzo di Giustizia di Milano sia perché si tratta di un dato di fatto oggettivo e in quanto tale è difficile da commentare con un certo senso, sia perché da ieri pomeriggio tutti noi l’abbiamo sentita con le nostre orecchie o ci è stato riferito. E’ più interessante riflettere sulle reazioni del cavaliere e sulle ricadute politiche che la condanna di ieri può generare sul versante politico tanto all’interno del Popolo della Libertà quanto all’interno del governo di unità nazionale presieduto da Letta ma tenuto insieme ovviamente anche dal Pdl (leggi anche: Rubygate, Minetti in aula).
La nota di Berlusconi
Analizziamo quindi i fatti piuttosto che le ipotesi o le impressioni e soffermiamoci in primo luogo sul primo atto ufficiale firmato dal cavaliere subito dopo la pubblicazione della sentenza. Si tratta di una nota ufficiale redatta da Berlusconi insieme con Ghedini e Bonaiuti in cui è importante capire cosa è scritto, ma, questa volta, ancora di più cosa non è scritto. E quindi oltre allo sdegno di rito c’è la volontà di andare avanti, ma, per la prima volta, non vi è nessuna assicurazione di sorta in merito alla tenuta del governo. Ancora, per la prima volta, non si legge che le vicende giudiziarie di Berlusoni non incideranno sulla tenuta del governo Letta. Del resto, da fonti vicine al cavaliere, si evince che il progetto potrebbe essere questo: staccare la spina al governo Letta, tornare al voto e sfruttare una condanna così pesante per fare incetta di consensi.