La requisitoria del pm Antonio Sangermano nel filone del processo Rubygate è stata pronunciata poche ore fa, eppure le parole della pubblica accusa risuonano ancora in modo veemente ed estremamente deciso nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano. Non si tratta di toni enfatici propri dell’immediato periodo post elettorale, si tratta, piuttosto, di contenuti nuovi che il pm rovescia sul banco degli imputato. Contenuti nuovi e vecchi al tempo stesso potremmo dire, perché, nei fatti, sono riconfermate tutte le accuse.
La posizione di Ruby
A questo punto delle indagini (leggi anche: Rubygate: sentenza dopo il voto), la requisitoria del pm Antonio Sangermano indaga sulle cene che si tenevano con gran frequenza nella villa di Arcore del leader del Pdl Silvio Berlusconi. Indaga su cosa avveniva durante e dopo le cene e vuole in primo luogo mettere in luce il tipo di rapporti che è possibile ad oggi, allo stato delle cose, ricostruire tra lo svolgimento delle cene e i protagonisti presenti. Al vaglio degli inquirenti infatti, ci sono finiti ancora una volta: la presenza di Ruby, gli accadimenti di quella famosa notte in questura e il ruolo dell’ex consigliere regionale Nicole Minetti. Per quanto riguarda la posizione di Ruby che, lo ricordiamo, all’anagrafe risponde al nome di Karima El Marough, la posizione evidenziata dalla requisizione della pubblica accusa è chiara: la ragazza viene definita come parte integrante del sistema e per questo veniva retribuita largamente. E, per di più, veniva retribuita in modo sproporzionato rispetto alle altre ragazze che frequentavano casa Berlusconi.
La posizione della Minetti
Un altro stralcio assolutamente degno di nota è rappresentato da quei passaggi che la pubblica accusa destina a Nicole Minetti. Per l’ex consigliera regionale appare chiaro il coinvolgimento in una serie di attività: in primo luogo dalla requisitoria appare chiaro il suo coinvolgimento diretto in atti prostituitivi prendendo per questo denaro da Berlusconi. E, in secondo luogo, la Minetti sembra aver svolto per lungo periodo un ruolo chiave nell’ambito dell’attività di intermediazione e agevolazione dell’altrui prostituzione a favore di Silvio Berlusconi. Un altro scandalo dopo quello di Berlusconi sulle tangenti di Finmeccanica