Nuova puntata nel processo Ruby. A conti fatti non si tratta di un appuntamento ufficiale, o meglio, non si tratta di una giornata di udienza prevista e fissata a suo tempo all’interno del calendario giudiziario da parte degli uffici competenti del Palazzo di Giustizia di Milano. Oggi è il turno di Nicole Minetti che si è presentata sua sponte dinanzi agli inquirenti per rendere a chi la interrogava una deposizione spontanea. C’è da notare che tale deposizione spontanea è arrivata poco dopo la richiesta di condanna per Nicole Minetti e gli altri imputati, ma, a noi, in questo momento, interessa analizzarne i contenuti.
La deposizione
Cominciamo dunque dai fatti, vale a dire non tanto dalla ricostruzione più o meno dettagliata o lacunosa delle ormai famose concitate ore in cui la Minetti andò a prelevare in questura Ruby, quanto piuttosto dai concetti espressi dall’ex igienista dentale ed ex consigliere regionale alla Regione Lombardia. Potremmo dividere l’arringa difensiva, perché in fin dei conti proprio di questo si è trattato, di Nicole Minetti in due tronconi: nel primo parla del suo rapporto con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel secondo della sua esperienza politica e delle conseguenze che tutto ciò le ha comportato. E quando parla di Berlusconi parla di amore vero, di un rapporto come quello che normalmente intercorre tra due fidanzati (leggi: Il legittimo impedimento al processo Mediaset).
La carriera politica
A questo si allaccia anche l’inizio della sua esperienza politica in quanto nella ricostruzione che fornisce l’ex consigliera regionale l’innesto della sua carriere politica nasce direttamente dalle chiacchiere tra due findazati (lei e Berlusconi a questo punto) che si confrontano sul proprio futuro. Di qui l’interesse di Berlusconi a farla entrare in politica nel consiglio regionale della Regione Lombardia. E di qui l’inizio del linciaggio mediatico che la Minetti prova a sopportare da mesi se non da anni. Ovviamente, in maniera intuibile, c’è anche modo di parlare delle cene di Arcore che secondo la Minetti ci sono sempre state già molto prima che fosse lei a parteciparvi, e di quando andò a recuperare Ruby in questura solo per fare del bene e senza avere la minima idea che fosse minorenne (leggi: Ruby: la requisitoria dell’accusa).