Le reazioni all’elezione per la Camera e il Senato di due uomini del Partito democratico, o meglio di due uomini provenienti dalla coalizione di centrosinistra, non si sono fatte attendere. E, in maniera più che intuibile, è stato il leader del centrodestra Silvio Berlusconi ad arringare i suoi. Il contenuto, in potentissima sintesi, può essere riassunto nella richiesta che il centrosinistra non si impadronisca delle prime tre cariche dello stato, come già fatto con il Presidente del Senato (Grasso) e della Camera dei Deputati (Boldrini). La partita si gioca dunque sul terreno del Quirinale. E la scadenza del mandato di Napolitano è ormai quasi prossima.
Berlusconi contro Grasso e Boldrini
A conti fatti il ragionamento del centrodestra scaturisce dal risultato elettorale. Se per settimane tutti noi abbiamo infatti parlato di un centrodestra guidato da Silvio Berlusconi in grado di portare a casa una valanga di voti, e di attestarsi ad ogni modo su livelli assolutamente superiori rispetto alle aspettative e ai sondaggi di qualche tempo fa, non possiamo mettere adesso tra parentesi né quanto detto da noi né il risultato elettorale in senso stretto. In altre parole Bersani, anche a causa di una legge elettorale che prescrive criteri differenti nell’attribuzione del premio di maggioranza alla Camera e al Senato, non può non fare i conti con Berlusconi. E deve cercare un punto di accordo nella logica della spartizione delle poltrone. Quindi, posto che alla Presidenza della Camera e del Senato siedono due uomini proveniente dall’area di centrosinistra (leggi: Grasso al Senato, M5S si spacca), era normale aspettarsi la richiesta di Berlusconi di portare un uomo di centrodestra al Quirinale.
Il Quirinale e la questione della magistratura
Nel caso di Silvio Berlusconi la logica della spartizione delle poltrone in merito alle prime tre cariche dello stato acquista un peso specifico ancora maggiore per quanto riguarda i continui, e crescenti, contrasti con la magistratura. In più di un’occasione, infatti, anche negli ultimissimi giorni, il cavaliere ha ribadito la necessità di avere un Presidente della Repubblica in grado di rappresentare la terzietà e l’imparzialità che il mandato costituzionale gli impone (leggi: Prodi e D’Alema in corsa per il Quirinale). E, cosa che sta più a cuore a Berlusconi, un Presidente della Repubblica che prenda provvedimenti seri nei confronti della magistratura dal suo punto di vista sempre più politicizzata.