Tornano gli scontri nel centrodestra, soprattutto sul processo breve.
I finiani confermano di non voler accettare nessuna amnistia mascherata, nel frattempo però il governo continua ad andare avanti per trovare uno scudo per il presidente del Consiglio.
Angelino Alfano, ministro Guardasigilli, vorrebbe andare al Quirinale per presentare al presidente della Repubblica le modifiche alla riforma del processo.
La parte del provvedimento più controversa è la norma transitoria, che estende le modifiche ai processi in corso per il capo del governo, sul quale anche molti tecnici del Colle hanno molti dubbi.
Intanto Frattini ha fatto sapere che la lettera per spiegare ai ministri degli Esteri dell’Unione europea le motivazioni del processo breve è già pronta, solo in attesa di essere approvata da Berlusconi per l’invio.
Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e libertà alla Camera, nella serata di ieri ha confermato che i finiani non sono disponibili a varare delle norme che facciano saltare un numero alto di processi, in particolare se si parla di processi che interessano reati come la corruzione.
La Russa conferma che il processo breve sarà votato alla Camera come è uscito dal Senato, ma la replica del ministro della Difesa Bocchino non è tardata ad arrivare, sostenendo che il testo è da modificare.