Il governo è stato battuto perché il Senato ha votato favorevolmente l’abolizione dell’articolo che conferisce la delega sul canone RAI all’Esecutivo. Ecco com’è andata la votazione al Senato.
Sono stati approvati emendamenti di minoranza Dem, FI, M5S, Sel e Lega soppressivi dell’articolo che attribuisce delega al governo sul canone, con 121 voti favorevoli e 118 contrari. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha in un primo momento sospeso la seduta per valutare l’impatto della votazione e poi ha fatto riprendere l’esame degli emendamenti.
Così inizia un articolo dedicato alla votazione da Repubblica che racconta anche del giubilo delle opposizioni:
Esultano le opposizioni, in primis Forza Italia: “Governo battuto a Palazzo Madama su riforma Rai. Verdiniani o non verdiniani maggioranza non c’è più. Good morning Vietnam-Senato. Ciao Renzi” scrive su Twitter il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta. Esultano anche alcuni esponenti della minoranza dem, fortemente criticati dal senatore Pd, Salvatore Tomaselli, che scrive su Twitter che è “ignobile che ci siano senatori del Pd che gioiscano in aula e sui media per aver battuto il proprio governo”.
Un’analisi del voto spiega quali sono stati i voti differenti da quelli della corrente di riferimento.
Scorrendo i dati relativi alla votazione, risultano 19 (e non 18 come inizialmente riferito da fonti parlamentari) i senatori della minoranza Pd che hanno votato a favore dell’emendamento Fornaro, accompagnati da 2 senatori di Ala, il nuovo gruppo di Verdini. Significative le assenze dei verdiniani: in un gruppo di 10 disertano il voto in 7. Non hanno votato invece 12 del Pd. I senatori del Pd che non hanno partecipato al voto sono stati 11 (escludendo dal computo il presidente Grasso).