Il Governo Monti, dopo la reintroduzione dell'ICI e la rivalutazione delle rendite catastali, avrebbe tutte le intenzioni di rivedere, sin dalle fondamenta, il sistema catastale italiano.
La reintroduzione, sotto forma di IMU, dell’Imposta Comunale sugli Immobili sulla prima casa, in particolare, è il provvedimento che, più di ogni altro, ha lasciato perplessi gli italiani.
► CALCOLO E DETRAZIONI IMPOSTA MUNICIPALE UNICA
Abolita da Silvio Berlusconi, già quattro volte Presidente del Consiglio dei Ministri, è stata frettolosamente reintrodotta, sotto “falso” nome e con prerogative e funzionalità differenti dall’originaria imposta, così da riuscire ad incamerare, secondo alcune stime prudenziali, circa 11 miliardi di euro che serviranno, informano dalla Presidenza del Consiglio, non soltanto per rimpinguare le tristemente esigue casse dello Stato bensì per garantire ai comuni i fondi necessari affinché possa fornire ai cittadini i più adeguati servizi.
Ciò che maggiormente sorprende gli italiani, però, è la contestuale introduzione di due ulteriori differenti normative.
La prima, ormai la conosciamo tutti, è la rivalutazione cui andrà incontro la rendita catastale (ovverosia la base imponibile sulla quale calcolare lo 0,4% di aliquota IMU sulla prima casa) che, in moltissimi luoghi d’Italia, arriverà a sfiorare il 60%.
La seconda, invece, riguarderebbe una completa nonché totale rivoluzione del sistema catastale italiano il cui scopo primario, come si evince dai preliminari documenti messi a disposizione dal Ministero del Tesoro, sarebbe quello di riequilibrare gli estimi delle principali città italiane, così da ridurre la sperequazione tra centro e periferia, passando dalla modifica del calcolo delle rendite catastali (che si baseranno sui metri quadrati e non più sui vani) e dalla riduzione delle aliquote così che il costo della manovra possa essere il più vicino a zero per la maggior parte degli italiani.