Se un impiegato del settore privato è andato in pensione nel 2008 con il 68,7% dell'ultima retribuzione, suo figlio, invece, quando andrà in pensione intorno al 2040, prenderà solo il 52,4% dell'ultimo stipendio
E anche se il ministro Sacconi ha dichiarato che la manovra sulle pensioni è da rivedere, anche se sostiene che i giovani di oggi prenderanno meno di 1000 euro di pensione.
Ma un recente studio effettuato dal CENSIS-UNIPOL ha dimostrato che, se oggi la pensione è due terzi dell’ultimo stipendio, tra qualche anno sarà la metà.
Questa drammatica percentuale è destinata inesorabilmente a scendere pesantemente nel corso degli anni e ad essere solo parzialmente sostituita dalle eventuali e costose polizze integrative.
Se un impiegato del settore privato è andato in pensione nel 2008 con il 68,7% dell’ultima retribuzione, suo figlio, invece, quando andrà in pensione intorno al 2040, prenderà solo il 52,4% dell’ultimo stipendio.
La situazione sarà ancor peggiore per gli autonomi, già oggi penalizzati da una finestra mobile che li costringe ad aspettare sei mesi in più rispetto ai dipendenti prima di incassare il primo assegno previdenziale, perchè nel 2040 la loro pensione sarà il 32,8% dello stipendio.
Per andare di male in peggio bisogna aggiungere che l’età pensionabile è destinata a crescere con uno strano insieme di fattori che va dall’agganciamento alla speranza di vita, alle finestre mobili, fino al passaggio da 60 a 65 anni per le donne nel settore privato, ma anche nelle amministrazioni pubbliche.
Intanto è necessario sapere che l’Italia ha di gran lunga la più pesante quota di spesa pensionistica sul totale delle prestazioni sociali a causa dell’elevata età della maggior parte dei cittadini che risulta essere superiore della metà della popolazione complessiva.