La Palestina, con la storica decisione di lunedì 31 ottobre 2011, è divenuta uno Stato membro dell'UNESCO
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La decisione storica è stata presa nel corso di una riunione degli stati membri dell’ONU tenutasi in questi giorni a Parigi ma, come ci si poteva legittimamente attendere, non ha soddisfatto moltissimi dei protagonisti della questione palestinese, Stati Uniti d’America ed Israele in primis, ma anche Italia e Gran Bretagna che, non trovando negli alleati europei la disponibilità a tracciare un percorso comune di integrazione della Palestina all’interno del più importante organismo sovranazionale, si sono astenute, causando vere e proprie manifestazioni di scontento.
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La votazione di lunedì, che ha fatto si, soprattutto grazie all’appoggio della Lega Araba e di tutte quei Paesi considerati emergenti, quali Brasile, Cina, India, Sudafrica, ma anche, un po’ a sorpresa, Russia e Francia, è stata considerata quale una vile scorciatoia, certamente non prevista dai piani statunitensi riservati alla risoluzione del secolare conflitto tra Israele e Palestina, che adesso spianerà la strada all’entrata della Palestina nell’ONU, evenienza che gli Stati Uniti, congiuntamente con Israele, cercheranno di evitare in tutti modi.
Dalla Casa Bianca, infatti, hanno già deciso di porre il veto, in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, all’entrata della Palestina nell’ambita struttura sovranazionale (operazione, quella di porre il veto, già di per sé sufficiente) e di cercare quanti più alleati affinché, in Assemblea Generale, non si raggiungano i 2/3 necessari affinché la Palestina, da “membro osservatore” non diventi “Stato non membro”.