Dettagli riforma del mercato del lavoro: la mini – ASPI

di Gianni Puglisi Commenta

Da notare, in particolar modo, come a cambiare saranno solamente i requisiti di accesso al sussidio e le modalità di erogazione del sussidio che, per quanto riguarderebbe altre fondamentali prerogative dell'ammortizzatore, quali importo, beneficiari e simili, rimarrebbe in tutto e per tutto identico all'ASPI.

Della riforma del mercato del lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, riforma di fondamentale importanza sia per la ripresa economica italiana che per la vita di moltissimi milioni di lavoratori, giovani e pensionati italiani, e che, proprio per questo motivo, avrebbe avuto una gestazione particolarmente lunga, complicata e a tratti, purtroppo, inconcludente, avremmo già parlato in modo quanto mai approfondito e dettagliato.

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Avremmo altresì accennato, come certamente saprete, anche alla cosiddetta riforma del welfare 2012 che, congiuntamente alla rivoluzione succitata, avrebbe inteso modificare, profondamente, radicalmente e, forse, definitivamente, gli ammortizzatori sociali, con la sola esclusione della Cassa integrazione Guadagni Ordinaria e della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, che dal 2017 andranno a sostenere le più differenti situazioni di disagio economico conseguenti ad un più o meno imponente e significativo periodo di disoccupazione.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Avremmo dunque parlato, com’è naturale e giusto che sia, anche e soprattutto dell’Assicurazione Sociale Per l’Impiego che, dopo un periodo che potremmo considerare di prova, entrerà a regime nel 2017 ed andrà a sostituire la maggior parte degli ammortizzatori sociali e dei sussidi di dissoccupazione attualmente conosciuti.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Non avremmo accennato, però, alla cosiddetta mini – ASPI che, come sarebbe facilmente intuibile, altro non sarebbe se non la versione ridotta dell’Assicurazione Sociale Per l’Impiego che potrà andare ad interessare una più vasta platea di possibili interessati poiché, in questo particolare modo, diverrebbe capace di convogliare all’interno del proprio ambito di competenze anche coloro i quali, in realtà, non avrebbero alcun diritto di accedere alla vera e propria ASPI.

Da notare, in particolar modo, come a cambiare saranno solamente i requisiti di accesso al sussidio e le modalità di erogazione del sussidio che, per quanto riguarderebbe altre fondamentali prerogative dell’ammortizzatore, quali importo, beneficiari e simili, rimarrebbe in tutto e per tutto identico all’ASPI.

In conclusione affermiamo come, per accedere alla mini – ASPI, il lavoratore licenziato dovrà riuscire a dimostrare di aver maturato almeno 13 settimane di anzianità contributiva nell’arco dei 12 mesi precedenti alla richiesta che, qualora dovesse venir accolta, potrebbe consentire al lavoratore licenziato di percepire la mini – ASPI, naturalmente mensilmente, per un periodo di tempo complessivamente equivalente alla metà delle settimane effettivamente lavorate nel corso dei 12 mesi precedenti alla richiesta.