Ecco come cambierà il mercato del lavoro italiano a partire dall'approvazione della riforma Fornero.
► RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO
FORME CONTRATTUALI
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, a tal proposito, avrebbe promesso che, sin dal 2012, non esisteranno più le attuali 46 forme contrattuali. Piuttosto, però, che un taglio netto ai numerosi contratti oggi esistenti, il Governo Monti procederà, congiuntamente ad un loro sfoltimento, ad un loro accurato aggiornamento che, sostanzialmente, li integri e li migliori.
Le uniche certezze, allo stadio attuale dei lavori, sono:
– l’eliminazione dei contratti di tipo interinale
– il rafforzamento dei contratti a progetto e dei contratti part-time
– l’assunzione del contratto di apprendistato, di durata almeno triennale, quale contratto (pressoché universale) di inserimento nel mondo del lavoro.
FLESSIBILITÀ
Pur non volendo ledere in alcun modo possibile il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei cittadini italiani, così come l’obbligo di reintegro in caso di licenziamento ingiustificato, il governo italiano intenderebbe mettere in discussione, in modi che ancora non ci sono e non ci possono essere chiari, l‘Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori così da garantire una flessibilità, sia in entrata che in uscita, che sia differente e migliore rispetto a quella attuale.
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RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18
L’assioma di partenza è quello che, stante la situazione di difficoltà economico-finanziaria attualmente vissuta da moltissime aziende italiane, non potranno più esistere posti di lavoro intoccabili in considerazione di un principio giuridico e morale, come lo è l’art. 18, ormai da ritenersi vecchio e superato dalla realtà dei fatti.