La conclusione è l'unica che si potrebbe trarre in un caso come questo: il lavoro non è più naturale ne scontato.
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Partiamo dai dati statistici e dalla incontestabile veridicità dei fatti e dei numeri.
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Il tasso di disoccupazione italiano, ad aprile 2012, sarebbe cresciuto sino a raggiungere l’impensabile ed incredibile livello del 10,2%. Un valore tanto alto, per lo meno stando a quanto rivelato dall’Istituto Nazionale di Statistica, da non essere mai stato eguagliato sin dall’inizio delle serie storiche ISTAT (che, come certamente ricorderete, il summenzionato istituto di statistica cominciò a redarre nel 2004).
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Il terremoto emiliano, come sicuramente saprete, avrebbe letteralmente messo in ginocchio una delle aree maggiormente produttive del Paese alla quale serviranno anni, se non addirittura decenni, per tornare agli attuali livelli di efficienza.
La conclusione, evidentissima, è l’unica che si potrebbe trarre in un caso come questo: il lavoro non è più naturale ne scontato e, se fino a qualche anno fa chiunque avrebbe potuto contare sul fatto che, prima o poi nella propria vita, avrebbe avuto accesso ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, codesta certezza sarebbe in questi giorni venuta definitivamente a mancare facendo crescere l’incertezza, il precariato, la preoccupazione.